La Sezione Lavoro della Corte di Cassazione ha rimesso gli atti al Primo Presidente, per l’eventuale assegnazione alle Sezioni Unite, di una questione di massima importanza: in considerazione dell’evoluzione dei costumi, della giurisprudenza e della normativa nazionale e non, l’art. 230 bis, comma 3, del Codice Civile – riferito all’impresa familiare, dove per “impresa familiare” il Legislatore ha inteso quella in cui collaborano il coniuge, i parenti entro il terzo grado, gli affini entro il secondo – può applicarsi anche al convivente “more uxorio” laddove la convivenza di fatto sia caratterizzata da un grado accertato di stabilità? (Cass. Ordinanza interlocutoria n. 2121/2023)
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