Il sogno (avverato) di Abina: vaccini ai tamil dello Sri Lanka di Palermo
Cinque giorni a contattare persone una a una per convincerle a vaccinarsi. Il suo cellulare ha squillato in continuazione dopo l’appello lanciato sui social in doppia lingua, italiana e tamil.
Per Abina Anisten, vent’anni, palermitana dello Zen ma di origini srilankesi, si è avverato un piccolo, grande sogno: 50 cittadini dello Sri Lanka di etnia tamil, ieri sera, si sono immunizzati alla Fiera del Mediterraneo, raccogliendo il suo invito, sulla scia di un passaparola che ha innescato a mani nude, bussando a chiese, patronati, associazioni.
Lei lavora all’hub di Palermo come collaboratrice amministrativa della protezione civile; fa parte della schiera di giovanissimi impiegati per l’emergenza sanitaria, molti dei quali – come Abina – orgogliosamente alla loro prima esperienza professionale. Aveva saputo dei vaccini ai bengalesi residenti a Palermo: l’idea è nata da lì.
“Ho pensato di fare da tramite per la mia comunità, la popolazione tamil dello Sri Lanka, raccogliendo adesioni al vaccino – racconta -. Ne ho parlato con mio papà che è stato entusiasta e mi ha aiutata, poi ho fatto richiesta alla struttura commissariale che, con molta gentilezza, mi ha detto sì, ma io non pensavo di farcela. Non sono mai stata in Sri Lanka, la terra della mia famiglia. Non conoscevo nessuna delle persone che si sono venute a vaccinare.
È stato bello anche per questo: si sono fidati di me”. Ieri sera il padiglione 20A della Fiera del Mediterraneo somigliava a un grande spazio multiculturale, tra i 50 tamil che hanno risposto alla chiamata di Abina, e il gruppo di cittadini bengalesi reclutati per il vaccino dall’associazione Life and Life, con il mediatore culturale Akhi Shamsul. A mezzanotte, dopo aver fatto da interprete, assistente, ufficio informazioni e punto di riferimento, il bilancio di Abina è di molte amicizie strette e di una “nonna acquisita”, una signora anziana arrivata in Fiera con una busta piena di tutti i suoi medicinali: l’ha accompagnata fin dentro al corridoio vaccinale per farla parlare col medico e rassicurarla in tamil durante l’iniezione. Ora Abina studia ingegneria edile, ma dopo l’esperienza in Fiera le piacerebbe fare altro: una professione sanitaria.
“Questi sono i nostri ragazzi – dichiara il commissario all’emergenza Covid della Città metropolitana di Palermo, Renato Costa -: giovani, ostinati, preparati, sensibili e infaticabili. La Fiera del Mediterraneo, specie da questo punto di vista, è uno scrigno delle meraviglie. Chi ha poca fiducia e stima nelle giovani generazioni dovrebbe venire un giorno qui e vederli lavorare: sono sicuro che cambierebbe idea”.
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