Cronaca

Il ricordo di Peppino non è solo antimafia, ma ciò che vogliamo essere

Il ricordo di Peppino. Quella di ieri potrebbe essere la cronaca di una giornata perfetta, di una commemorazione intensa ed emozionante con al centro i giovani, quelli di cui non si parla mai perchè non fanno notizia, gli studenti che sognano e pretendono un futuro migliore, senza retorica!

Ieri ricorreva il 41esimo anniversario della morte di Peppino Impastato, ucciso dalla mafia il 9 maggio 1978 a Cinisi vicino Palermo: un giovane coraggioso come oggi non riusciamo neanche ad immaginare, il primo a ribellarsi a un sistema criminale che opprimeva il suo territorio.

Un delitto odioso e infame quello di Peppino, in pieno stile mafioso, non solo per la sua efferatezza quanto per il tentativo, inizialmente riuscito, di far passare la sua morte come la causa di un fallito attentato terroristico.

Il ricordo di Peppino, il corteo e la lotta a tutte le forme di mafia

Il corteo è partito dalla sede di Radio Aut a Terrasini per arrivare a Casa Memoria a Cinisi intitolata al militante di Democrazia proletaria e alla madre Felicia, morta nel 2004, due anni dopo la condanna all’ergastolo del boss Tano Badalamenti come mandante dell’omicidio.

In testa al corteo Giovanni Impastato, il fratello di Peppino insieme ai suoi amici e compagni, e il leader della Cgil Maurizio Landini che nel suo discorso ha sottolineato: “La manifestazione di oggi non è solo di ricordo. Per quello che ci riguarda, è una manifestazione di chi si vuole battere davvero per cambiare il Paese. La lotta alle mafie si vince solo se anche la politica decide di rompere qualsiasi connivenza e di fare fino in fondo la propria parte”.

In migliaia in corteo per chiedere un cambiamento

Anche il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, in mattinata ha partecipato alle commemorazioni: “Essere a Cinisi per ricordare Peppino Impastato è un atto doveroso; un doveroso momento di memoria attiva ancora più importante oggi per ribadire l’impegno a difesa della Costituzione e dei suoi valori fondamentali nati dalla lotta antifascista.”

“Il modo migliore per onorare il loro sacrificio – ha concluso Orlando – è dire “missione compiuta” non completata ma compiuta. Grazie anche al sacrificio di Peppino Impastato, i vari Tano Badalamenti e i vari capimafia sono ormai minoranza e comunque realtà marginale rispetto a una comunità che si è costruita e che è sempre più forte.”

Di cambiamento, quello vero, hanno voglia i giovani che a migliaia hanno animato il lunghissimo corteo con slogan, canti e momenti di riflessione. In un momento storico in cui tutto sembra andare alla deriva i loro volti accesi e le loro parole cariche di rabbia e speranza sono tutto quello a cui ci si può aggrappare e per cui bisogna continuare a lottare, nel ricordo di Peppino e della strada che ci ha indicato.

Musica, parole ed emozioni sul palco a Cinisi

La serata si è conclusa con un momento musicale animato da artisti palermitani che non sono voluti mancare per testimoniare la loro vicinanza a una lotta quotidiana che riguarda tutti e che tutti possiamo combattere con ogni forma di comunicazione e con le nostre azioni.

Sul palco, tra musica, ricordo e parole Dimartino, Corrado Fortuna, La Rappresentante di lista, Chris Obehi, Roy Paci, Christian Picciotto, Igor Scalisi Palminteri, Alfio Scuderi, Angelo Sicurella, Dario Sulis artisti che “attraverso i loro diversi linguaggi che, a nostro avviso, rappresentano un’avanguardia culturale carica di contenuti, hanno lanciato da Cinisi una nuova stagione di impegno civile e di resistenza, eredi morali del coraggio e delle idee di Peppino che continuiamo a portare avanti a “testa alta e schiena dritta” hanno sottolineato gli organizzatori.

Foto di Claudia Mangano

 

Germana Bevilacqua

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