Il Must Musco Teatro Di Catania, con l’ Associazione Nora 3.0, La Casa Di Creta, Teatro Argentum Potabile E Tre Passi Dalle Ragazze ha aderito all’iniziativa lanciata da U.N.I.T.A. (Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo).
Lunedì 22 febbraio dalle ore 19,30 alle 21,30 tutti i cittadini sono invitati a testimoniare la propria vicinanza a tutti coloro che lavorano nel teatro per il teatro, con la propria presenza fisica davanti al Teatro Must Musco di Catania dove ci sarà un registro in cui chi lo desidera potrà lasciare una traccia scritta con un proprio pensiero. È importante per una sera incontrare quella parte essenziale e indispensabile di ogni spettacolo senza la quale il teatro semplicemente non è: il pubblico. Bisogna far luce sul teatro.
Valeria Contadino, presidente del Must Musco Teatro ha sottolineato che “oggi più che mai è importante segnalare, a distanza da un anno dal primo lockdown, l’assenza di soluzioni che possano garantire continuità e sostegno al comparto dello spettacolo del vivo: dagli artisti alla gestione degli spazi culturali.
La cultura muove numeri, persone, idee, economia, ma più di tutto permette di elevare la coscienza critica di un popolo. Il silenzio del governo centrale non rappresenta la volontà di chi, come tanti italiani, crede nell’arte come libero strumento di crescita, formazione e confronto. Eliminare il teatro dalle nostre vite significa chiudere la finestra del pensiero che si affaccia sulle nostre anime.
Per questo invitiamo tutti, il pubblico, il passante, i lavoratori e non dello spettacolo, a testimoniare l’urgenza della riapertura con un semplice pensiero, uno “script”, da apporre all’entrata del teatro Must, così come in tutte le città d’Italia affinché il messaggio arrivi forte e chiaro a chi di dovere: è arrivato il momento di “Fare Luce sul Teatro”.
Giuseppe Dipasquale, direttore artistico del Must Musco Teatro, ha dichiarato: “La riapertura dei teatri e dei luoghi di cultura diventa quanto mai necessaria e urgente se non si vuole assistere al delitto di un settore che con enorme difficoltà potrà riprendersi dopo questa pandemia. Lo stesso Presidente del Consiglio dei Ministri Draghi ha dichiarato che la cultura va sostenuta e che la perdita economica è ingente ma ancor più grande sarebbe la perdita dello spirito.
Se le sue parole non sono parole al vento ci aspettiamo fatti concreti che programmino una riapertura in sicurezza, ma certa e definita. L’iniziativa di U.n.i.t.a. che raccogliamo per primi a Catania è solo un segnale di una volontà urgente che vuole e deve far sentire al pubblico, unico bene primario per un teatro, ancora la propria vita e necessità di vivere e continuare a programmare”.
Con forza anche Antonella Caldarella e Steve Cable fondatori e direttori artistici di Teatro Argentum Potabile e La Casa di Creta. attori, registi drammaturghi si dichiarano “profondamente sconvolti che nessuno continui a parlare del teatro come se non esistesse e di conseguenza non esistessero i lavoratori dello spettacolo che vivono economicamente e spiritualmente dell’arte del palcoscenico. I ragazzi, gli allievi, la gente comune ci chiede come mai non riaprono i teatri, come se noi avessimo la risposta.
Ci chiediamo perché le Chiese e tutti i luoghi di culto sono aperti al pubblico e la gente può andare ad assistere alle funzioni mentre è vietato sedersi in una platea di un teatro o di una sala cinematografica in quanto sede di possibile pericolo. Il teatro non è qualcosa di superfluo o qualcosa legato solamente allo svago, come certa cattiva informazione vuole farci credere, ma è un aiuto psicologico per tutti coloro che soffrono di stress o determinate patologie cognitive, risolte spesso anche con i laboratori teatrali.
I ristoranti sono sicuramente luoghi di contagio più pericolosi rispetto al teatro, però in qualche modo riescono ad andare avanti. Tutto questo perché probabilmente il settore dello spettacolo non è stato ben supportato e quindi non ha avuto la capacità di incidere e far sentire la propria voce a livello nazionale”.
“La nostra sarà una proposta civile nel rispetto delle regole anticovid e chiediamo alle persone che interverranno alla nostra manifestazione di scrivere quanto gli manca il teatro. Non sarà un assembramento ma un bisogno naturale di condividere con gli altri questa situazione, perché la funzione pedagogica, sociale e culturale del teatro nella sua sacralità non può assolutamente essere dimenticata e cancellata.
Tutta la categoria del teatro da attori, registi, tecnici, maestranze e giornalisti teatrali in Italia sono fermi da marzo 2020 mentre ad esempio in Spagna le sale teatrali sono rimaste aperte. Non capiamo come mai in Italia non si possa fare qualcosa per tutto il comparto dello spettacolo. Accenderemo le luci del teatro per ricordare al governo, alle Istituzioni, alla città che noi esistiamo e ci siamo”.
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