“Il grande teatro del mondo”, l’opera di Calderon De la Barca che celebrerà allo Spasimo il trentennale della strage di via D’Amelio
Come se fosse una messa, alla quale partecipano attori e musicisti insieme, tutti alla scoperta e trasmissione dei valori della virtù, della sapienza e della bellezza. Un messaggio forte, toccante, quello che lancia “Il grande teatro del mondo“, opera del ‘600 di Pedro Calderón De La Barca, tradotta e messa in scena dal Prof. Salvatore Lo Bue, in scena alle 21 di martedì 19 luglio nella chiesa di Santa Maria dello Spasimo. Un’occasione per celebrare attraverso la musica il trentennale della strage di via d’Amelio e il sacrificio di Paolo Borsellino insieme agli uomini della sua scorta, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Walter Cosina, Vincenzo Li Muli e Claudio Traina
A precedere lo spettacolo, alle 19, l’esibizione del Coro di Voci bianche del Conservatorio di Palermo che eseguirà alcuni brani tratti dal repertorio classico e moderno. Insieme al coro si esibiranno le eccellenze di giovani esecutori che hanno vinto premi nazionali e internazionali.
Subito dopo, il momento tanto atteso, il cui debutto è avvenuto in occasione delle celebrazioni per la strage di Capaci e che,grazie al “Laboratorio di poetica dell’Istituto di cultura romantica”, riporta in scena questo testo, le cui musiche sono state scritte da Mari Salvato.
«Va subito detto che questo spettacolo è stato messo in scena la prima volta nel 1954 da Camilleri – spiega Mari Salvato, che impreziosirà lo spettacolo con due arie da lei rivisitate, l’Ave Maria del Paccini e “Io Perda” di Mozart – poi mai più prima dell’uscita battezzata da Beppe Vessicchio a ridosso dello scorso 23 maggio. Ora torniamo rendendo omaggio a Paolo Borsellino e ai ragazzi della sua scorta in un luogo, lo Spasimo, teatro della musica per eccellenza, peraltro vicino a dove il giudice Borsellino visse gli anni della sua infanzia e adolescenza. Sarà un’emozione fortissima per tutti noi anche perché la vivremo come un momento di meditazione. Sembriamo, infatti, tutti in estasi alla ricerca del bello, del buono, pronti a riconciliarci col mondo in un periodo storico nel quale tutti i pezzi sembrano sgretolarsi. Cerchiamo le emozioni giuste per raggiungere mete migliori, in un mondo nel quale l’arte può aiutarci a mettere insieme questi pezzi. Perché nell’arte sta la bellezza, si trova la semplicità che è uno dei valori più belli. Ce lo insegna Papa Francesco, oltre al santo con il quale condivide anche il nome».
Uno spettacolo, quello che andrà in scena martedì sera, che diventa anche lezione di vita.
«Il nostro obiettivo è portare pace. “Il grande teatro del mondo” ci lancia un grande messaggio di fede e speranza. La stessa fede che mi fa credere a tanti segnali. Anche per questo, scusatemi per questo momento molto personale, vorrei dedicare quest’opera a mia madre, recentemente scomparsa, che mi ha sempre sostenuto e spinto. Mi ha insegnato tutti i valori più belli della vita che vedo rivivere in questo spettacolo. Parlo di segnali riferendomi anche al fatto che in tanti ci stanno dimostrando il loro affetto condividendo lo spirito che ci anima. Il Comune di Altofonte, per esempio, ci vuole il 2 settembre per un altro momento di memoria in ricordo di alcune vittime di mafia. Tutto ciò mi commuove tantissimo e, chi avrà voglia di essere con noi allo Spasimo, respirerà l’energia che pervade tutto e tutti».
A impreziosire la serata e lo spettacolo il brano inedito di Mari Salvato che – dopo avere inserito percussioni, pianoforte, un violino e il bandoneón – verrà suonato a 4 mani con Vivi Lanzara al pianoforte, quest’ultimo concesso per l’occasione dal Conservatorio di Palermo.
«Un brano molto intenso che traduce tutta l’opera, intrecciandosi con vari generi, il jazz per esempio, creando un mood imparagonabile. Sarà, poi, un’ulteriore occasione di tripudio – conclude la Salvato – quando, alla fine, si ricongiungeranno attori e musicisti. Saremo tutti insieme per spiegare che navighiamo tutti sulla stessa barca e nello stesso mare. Non è per nulla consueto, quindi sarà qualcosa di unico».
Interpreti: Lucio Di Benedetto, Danila Matta, Vincenzo Capodici, Claudio Capostagno, Federico Maida, Rosalina Costanza, Dalila Minacapilli. Palmira Salina: disegno; Emanuela Librizzi: costumi; Ivan Belfiore: organizzazione.
Musicisti: Vincenzo Capodici: chitarra; Vivi Lanzara, pianoforte, autoharp e percussioni; Dalila Matta; pianoforte; Sonia Sala: soprano; Mari Salvato, pianoforte, fisarmonica e bandoneón; Roberto Tusa, violino.
Musiche: J.S.Bach, F.Liszt, A.B. Mangoré, G.Caccini, G.F Haendel, W. A.Mozart, M. Salvato.
L’ingresso alla serata è libero