Il Giornale di Sicilia si ferma due giorni contro il taglio di 17 giornalisti

Oggi e domani il Giornale di Sicilia non sarà in edicola per uno sciopero proclamato dal comitato di redazione in merito ai 17 licenziamenti decisi dalla proprietà. La comunicazione arriva con una nota: “Il Comitato di redazione del Giornale di Sicilia, preso atto che l’azienda ha attivato oggi le procedure presso la Regione per la cassa integrazione a zero ore, propedeutica al piano dei licenziamenti, proclama due giorni di sciopero con effetto immediato”. “Una decisione difficile, ma inevitabile”.

“Da settimane siamo impegnati in un duro braccio di ferro con l’azienda – prosegue la nota – che ha chiesto un incremento della riduzione dell’orario di lavoro portando gli esuberi di personale a 17 su un organico di 34. Una decisione terribile, un atto di macelleria sociale, non giustificabile nemmeno in questo momento di crisi che comunque tocca tutte le altre aziende editoriali. Ma solo la Ses, controllata dalla fondazione Bonino Pulejo, che ha acquistato il pacchetto di maggioranza del quotidiano palermitano tre anni fa, chiede sacrifici così imponenti e inaccettabili alla redazione. Rifiutando ogni altra soluzione che pure esiste: piani di prepensionamento, esodi incentivati, trasferimento alla redazione del sito internet inspiegabilmente ancora affidato a un service esterno, in controtendenza con tutti gli altri giornali italiani e siciliani”.

Come di legge ancora delle nota del Comitato, si è chiusa con un nulla di fatto la consultazione sindacale in sede nazionale con la quale si sperava ancora in un margine di trattativa possibile soprattutto adottando sulla Cassa Covid che è strumento che tutte le aziende in crisi stanno accettando. Ma la società la accordava a condizioni improponibili: con una decurtazione dello stipendio del 41 per cento. Così, la società ha scelto di andare avanti e oggi ha presentato alla Regione la richiesta di confronto per il riconoscimento dello stato di crisi.

Il prossimo passo è quindi la Cigs a zero ore e poi l’espulsione di 17 giornalisti: “17 padri di famiglia che ogni giorno contribuiscono con i loro sacrifici e la loro professionalità a elaborare un quotidiano con una storia lunga e gloriosa: proprio quest’anno ha tagliato il traguardo dei 160 anni e con queste premesse rischia di essere irrimediabilmente compromesso. Fermare questo treno impazzito è possibile anche grazie ai i sostegni in arrivo dal governo nazionale e da quello regionale” continua la nota.

“Non ci fermeremo – conclude la nota sindacale – e faremo sentire le nostre ragioni ovunque sia necessario, pur rimanendo sempre disponibili a riprendere il filo della discussione e del dialogo purché su basi che non compromettano la sopravvivenza del giornale e delle nostre famiglie”.

l’Editore del Giornale di Sicilia risponde alla nota sindacale sottolineando che “Lo sciopero proclamato dal Cdr del Giornale di Sicilia arriva a fronte di una regolare procedura seguita dall’azienda e abbondantemente preannunciata, visto il mancato accordo in sede sindacale. Ne prendiamo atto”.

“Non intendiamo interrompere la disponibilità al dialogo – puntualizza l’Editore – e al Cdr è stata offerta la possibilità di un ulteriore confronto anche prima del prossimo incontro chiesto all’assessorato regionale al Lavoro. Dove purtroppo e inevitabilmente si dovrà ripartire da zero. Ma non si possono certo interrompere procedure i cui tempi sono, come tutti sanno, scanditi in maniera specifica dalle norme esistenti e non da volontà soggettive e di parte”.

“L’obiettivo principale rimane uno: garantire il futuro del Giornale di Sicilia, a tutela della sua storia, dei suoi lettori e dei suoi stessi dipendenti. Ed è quello che intendiamo perseguire” conclude l’editore.

LEGGI ANCHE

MUSUMECI, PRONTO UN NUOVO DDL DA PRESENTARE ALL’ARS