I (quasi) bambini che incendiano l’asilo: una sconfitta per tutti

Sono poco più che bambini i tre responsabili del rogo che la notte tra il 2 e il 3 gennaio scorso ha quasi completamente distrutto l’asilo Peter Pan nel quartiere Cep di Palermo.

E avranno pensato di aver fatto una cosa grandiosa vista l’eco mediatica che ha scatenato il loro gesto, che ha privato di un presidio scolastico importante un quartiere che giorno dopo giorno cerca di rialzarsi e riscattarsi.

Anche il Palermo Calcio ha messo all’asta le sue maglie speciali per raccogliere fondi destinati a riaprire al più presto l’asilo danneggiato.

Una paradosso che a distruggere l’asilo siano stati proprio ex alunni, ragazzini che hanno varcato la soglia di quella scuola quando erano piccolini, con passi incerti.

I tre ragazzini, frequentano adesso la scuola media Saladino a pochi passi dal Peter Pan, e data la loro giovanissima età non sono imputabili di nessun reato anche se il loro gesto è di una gravità di cui loro stessi non si rendono conto: come prevede la legge, sono stati affidati ai genitori.

I carabinieri, dopo l’incendio hanno continuato a presidiare il quartiere alla ricerca dei responsabili, hanno passato al setaccio le immagini delle telecamere di sorveglianza e tenuto sotto controllo i profili social di quei tre ragazzini che passavano i pomeriggi per strada con i loro coetanei.

E’ stata la gente del quartiere che ha dato una mano per arrivare a loro, la gente che non ci sta più a gesti che squalificano tutti. La chiusura dell’asilo è costata cara a molte famiglie dei bimbi che frequentavano il Peter Pan: in parte sono stati distribuiti fra altri due asili, il Filastrocca e il Papavero.

Anche l’assessore comunale alla Scuola, Giovanna Marano si è detta amareggiata per la giovane età dei responsabili: “Il fatto che tre adolescenti, minori di 14 anni, siano responsabili dell’incendio al nido comunale Peter Pan mi ha scosso e messo inquietudini e profonda amarezza – dichiara l’assessore -. Ma contemporaneamente consolida la necessità di restituire al più presto al territorio il nido come spazio fecondo a tutela del diritto di infanzia e adolescenza ad una educazione di qualità in grado di assicurare l’apprendimento della cittadinanza a partire dai primi anni di vita”.

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