I numeri impietosi del degrado culturale, economico e sociale di Palermo
Con il Rapporto UrBes 2015, sul benessere equo e sostenibile nelle città, il Comune di Palermo, in collaborazione con l’Istat, ha presentato i risultati sulle tendenze del welfare analizzate sulla base di oltre 60 indicatori.
Come era prevedibile la nostra città non ne esce bene, soprattutto con riferimento alle voci istruzione e formazione, lavoro e qualità dei servizi.
Nell’ambito della salute, la vita media, con un valore provinciale pari nel 2012 a 79,1 anni per gli uomini e a 83,1 per le donne, è aumentata rispetto al 2004 di un anno e 5 mesi per gli uomini e di 8 mesi per le donne. Gli indicatori relativi all’istruzione descrivono, per Palermo, un quadro fortemente deficitario.
Con riferimento alle competenze degli studenti misurate da specifici test, nell’anno scolastico 2013/2014 si evidenziano livelli di competenza alfabetica (173,1) e di competenza numerica (174,3) leggermente più elevati rispetto al dato provinciale ma inferiori sia ai valori riferiti al Mezzogiorno che ai valori medi nazionali. L’uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione, unitamente alle difficoltà del mercato del lavoro locale, aggravate dalla crisi economica, determina percentuali drammaticamente elevate di giovani che non studiano e non lavorano (Neet): al Censimento 2011 a Palermo rappresentano il 38,8% dei giovani di età compresa fra i 15 e i 29 anni, valore più alto di quello regionale (34,7%), del Mezzogiorno (31,4%) e – soprattutto – nazionale (22,5%).
Approfondendo l’analisi del mercato del lavoro, emergono chiaramente gli effetti fortemente negativi della recessione su un’economia già in crisi occupazionale.
Nel 2013, nella provincia di Palermo soltanto il 41% delle persone dai 20 ai 64 anni risulta occupato, ben 6,7 punti percentuali in meno di quanto registrato nel 2007.
La crisi economica sembra aver colpito soprattutto la componente maschile, che ha perso rispetto al 2007 13,2 punti percentuali (contro i 4,4 della componente femminile); rimane in ogni caso elevatissimo il divario di genere: il tasso di occupazione femminile (27,4%) è pari a meno della metà di quello maschile (55,3%).
In preoccupante crescita i tassi sulle rapine e sui borseggi; il confronto con i valori medi provinciali, regionali e ripartizionali è fortemente penalizzante per il comune di Palermo, così come per tutte le grandi città, essendo le rapine e i borseggi fenomeni che si concentrano soprattutto nei grandi centri urbani.