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“Ho detto a mio figlio di fare una rapina, cosi’ lo arrestano e gli danno un lavoro”

PALERMO – “Ho detto a mio figlio di fare una rapina. Così lo arrestano e dopo, quando esce, gli danno un lavoro”, questa una delle frasi proferite da un abitante palermitano del quartiere Kalsa dove il Generale Antonio Pappalardo ha tenuto domenica un comizio aperto alla gente, per ascoltare e comprenderne le problematiche.

“Sono andato alla Kalsa. Pensate, un Carabiniere fra palermitani con precedenti penali. Ho discusso con loro. Ho trovato in essi tanta di quella dignità che non hanno i ladroni di regime! Un tale si è presentato con un paio di corna in testa e ha urlato con tutta la sua rabbia che quelli che stanno al Comune sono cornuti! Una donna, presidente di un’associazione di malati terminali, ha chiesto il mio aiuto, come ha fatto invano con i soliti politici, che l’hanno lasciata sola. Le ho risposto che non le avrei dato alcun aiuto se non avesse lavorato con me intorno al suo progetto. La sera era con noi, – aggiunge Pappalardo – perchè ha capito che con il Melograno a Palermo c’è una nuova aria”.

Un venditore ambulante abusivo ha gridato la sua disperazione. Ha denunciato: “Siamo in 300.000 abbandonati nelle strade a prendere freddo e inquinamento, per vendere qualche pezzo di pane”.

Ho risposto che noi del Melograno realizzeremo mercatini serali, con luci e musica, in tante parti della Città di Palermo, dove potranno confluire tutti gli ambulanti abusivi. La sera anche lui era con noi! Ho detto ai fedeli che uscivano dalla Chiesa di non aver paura di avvicinarsi al nostro palco: siamo uomini delle forze dell’ordine, militari, che insieme ai tantissimi cittadini onesti e ai tanti che sbagliano, ma vogliono costruirsi una vita nella legalità, costruiremo una futuro per i nostri figli. Prima di tutto un  lavoro sicuro!

Un cittadino ha voluto un microfono e ha detto che ha moglie e tre figli, che non riesce a sfamare perchè senza lavoro. Ha concluso: “Che debbo fare? Debbo rubare?“. Un altro ha gridato: “Ho detto a mio figlio di fare una rapina. Così lo arrestano e dopo, quando esce, gli danno un lavoro“.

“Noi facciamo parlare i cittadini. Loro, i politici disonesti e drogati – aggiunge Pappalardo –  che con una faccia di bronzo, dopo aver distrutto la città, osano ancora presentarsi, stanno complottando per mettersi insieme per continuare a rubare. Il Melograno-Mediterraneo, che mette Palermo al centro di un profondo rinnovamento, che vuole far tornare la città agli splendori di Federico II, va avanti per la sua strada, da solo, senza affiancarsi ad alcun partito. Non vogliamo prendere la rogna!”

Redazione

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