SAN GIOVANNI LA PUNTA – Mercoledì 8 febbraio 2017 è partita in tutta Europa la raccolta firme per chiedere alla Commissione Europea il bando del Glifosato, un pesticida dannoso per l’ambiente e probabilmente cancerogeno per l’uomo.
In relazione alle modalità di utilizzo dei diserbanti sulle aree di verde pubblico o aree private
«Il glifosato – afferma Giusy Rannone – al momento è l’erbicida più diffuso al mondo ed è presente in oltre 750 prodotti, tra cui il Roundup®, marchio registrato dalla multinazionale Monsanto. Ma le alternative al suo utilizzo esistono: sono le buone pratiche come lo sfalcio e la trinciatura delle erbe che non devono essere considerate un ritorno al passato, ma una alternativa all’ impoverimento del terreno e a ciò che ne consegue (erosione dei suoli e distruzione della biodiversità e degli habitat naturali)».
«La salute dei cittadini – prosegue la consigliera grillina – è responsabilità del sindaco e ci chiediamo se insieme al suo assessore preposto al settore ambiente puntese, siano al corrente di quanto effettuato dalla compartecipata Multiservizi. E se la Multiservizi è cosciente di aver effettuato interventi in luoghi frequentati dalla popolazione umana ed animale. E se nel caso gli stessi dipendenti hanno asperso le aree a verde col glifosato, erano adeguatamente informati e preparati professionalmente ad effettuare queste operazioni, anche dal punto di vista di sicurezza sanitaria sul lavoro».
«Sarebbe interessante – afferma Rannone – conoscere il programma dei diserbi da attuare sul territorio comunale e con quali metodologie e strumenti vengono attuati. Se il criterio usato rispetta le zone tutelate come giardini pubblici, campi sportivi, aree verdi all’interno e confinanti con plessi scolastici, parchi gioco per bambini, piste ciclabili, superfici in prossimità di strutture sanitarie e le aree cimiteriali come previsto dal PAN. Ma in una amministrazione comunale dove si “capitozzano” gli alberi anziché potarli, la raccolta differenziata dei rifiuti è ferma al 16%, si tagliano ulivi secolari per far posto a “chioschi” multifunzionali, e si continua a consumare suolo per costruire edifici (vuoti) e parcheggi non programmati in aree a verde pubblico attrezzato, cosa sarà mai un po’ di veleno in più o in meno?».
«Attendiamo le risposte da parte del sindaco – conclude l’esponente del Movimento Cinque Stelle – e speriamo che provveda ad informare anche gli organi competenti messi per conoscenza nella nostra interrogazione. La salute viene prima di tutto, ma a nostro avviso in questo comune le normative si conoscano poco o forse c’è un po’ troppa “disattenzione”».
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