Funerali Riina, si o no? Al termine dell’autopsia sul corpo del boss mafioso, è stato firmato ieri mattina dalla Procura di Parma il nulla osta per trasferire la salma di Totò Riina dal nosocomio emiliano a Corleone nel palermitano, paese natale del boss di Cosa Nostra. Nonostante le pratiche amministrative siano state già concluse, è slittata la partenza della salma, che sarà trasferita oggi.
Il corpo di Riina è rimasto in custodia nella Medicina legale dell’ospedale emiliano, dove restano di guardia le forze dell’ordine. Il posticipo della partenza sembra da addebitarsi a problemi organizzativi, che hanno impedito il trasferimento già ieri.
Il capo dei capi di “Cosa nostra” è spirato alle 3,37 di venerdì 17 novembre 2017. Una data indimenticabile per tutti coloro che in questi anni hanno sofferto il genocidio procurato da un’organizzazione che ancora miete vittime e sofferenza. Una data che non fermerà il pianto dei parenti delle vittime della Mafia, a cui si è unito quello di milioni di cittadini affranti e onesti.
Il boss mafioso sarà sepolto nel cimitero comunale di Corleone (Palermo), dove già si trovano Michele Navarra, Luciano Liggio e le ceneri di Bernardo Provenzano.
Nel cimitero c’è anche l’urna coi resti di Placido Rizzotto, il sindacalista della Cgil ucciso nel ‘48 da Luciano Liggio e dai suoi sgherri.
Le spoglie del capo dei capi giungerà entro domattina per l’ultimo saluto dei familiari. Per Riina nessun funerale religioso o funzione, l’accesso al cimitero sarà riservato ai soli familiari diretti, probabilmente martedì mattina.
Non ci sarà alcun funerale. La salma sarà portata al cimitero e il cappellano, se la famiglia lo chiederà, potrà formulare una preghiera e la benedizione in forma strettamente privata.
“La Chiesa non si sostituisce al giudizio di Dio ma non possiamo confondere le coscienze”, ha detto il portavoce della Conferenza Episcopale Italiana, don Ivan Maffeis. Niente funerale in chiesa dunque, o comunque nessuna funzione aperta al pubblico. Al massimo una preghiera semplice al cimitero.
I mafiosi sono scomunicati e il canone 1184 del codice di Diritto canonico, per evitare il pubblico scandalo dei fedeli, stabilisce che i peccatori manifesti e non pentiti devono essere privati delle esequie.
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