Cronaca

Focolaio al Pagliarelli di Palermo: chiesta tutela per guardie e detenuti

E’ di ieri la notizia che al carcere Pagliarelli di Palermo trentuno detenuti sono risultati positivi al Covid-19. Dopo che uno dei detenuti ha accusato sintomi febbrili, sono stati effettuati i tamponi che hanno confermato la positività.

Sembrerebbe che il focolaio sia partito tra i detenuti comuni che hanno continuato ad avere i colloqui con le famiglie.

Per Aldo Di Giacomo Segretario Generale del Sindacato di Polizia Penitenziaria S.PP.: “La scoperta non ci sorprende affatto. Non siamo per nulla stupiti dal focolaio in considerazione che la terza ondata è ormai certa e sarà più forte e più violenta delle precedenti.

Per tale motivo riteniamo che, anche al fine di tutelare gli stessi detenuti, è necessario limitare le attività al più stretto necessario e soprattutto effettuare screening settimanali sottoponendo a tampone i Poliziotti Penitenziari che potrebbero essere i primi a portare il virus all’interno delle mura e paradossalmente contagiare quanti con cui vengano a contatto all’esterno delle mura, in primis le famiglie.

Abbiamo scritto pertanto al Ministro Bonafede evidenziando l’esigenza dei presidi che da soli non basteranno: c’è bisogno che sia data nel più stretto tempo possibile l’opportunità di effettuare il vaccino anti covid-19 al Personale Penitenziario e ai ristretti. Le carceri non sono ambienti chiusi: tutti coloro che vi lavorano hanno famiglie e contatti sociali.”

Intanto questa mattina è spuntato un enorme stricione davanti il carcere con su scritto “Garantire distanziamento e rispetto della vita nelle carceri“, l’iniziativa è firmata dal movimento indipendentista ‘Antudo’.

“Nonostante fosse prevedibile la diffusione incontrollata del Covid-19 all’interno delle carceri – si legge in una nota diffusa da Antudo – non si è fatto il necessario per scongiurare questa eventualità. È soprattutto il sovraffollamento e la scarsa igiene a non consentire misure di prevenzione adottate all’esterno come il distanziamento sociale. Anche ai detenuti va garantito il diritto alla vita e alla salute”. 

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