Focolai in Sicilia, l’emergenza sui contagi non è passata
I dati sul contagio in Sicilia migliorano, è vero, meno positivi, moltissimi guariti e scendono soprattutto i decessi, ma ci sono zone in cui il virus corre ancora veloce e obbliga a chiusure e quarantene, altro che vacanze e feste di Natale!
A Ribera ad esempio, in provincia di Agrigento, sei alunni sono risultati positivi al test rapido e il sindaco ha disposto la chiusura delle scuole fino al 7 dicembre.
Il sindaco parla di «virus portato a scuola da adulti». Si attende, comunque, l’esito del tampone molecolare. “Bisogna evitare che si crei un focolaio nelle scuole – dice Ruvolo – e non per colpa degli alunni che si sono comportati molto bene”. Il sindaco ha fatto un chiaro riferimento a feste di compleanno a Ribera che stanno nuocendo alla situazione generale.
Anche in provincia di Palermo, ad Alimena, c’è un nuovo allarme: in una casa di riposo sono risultati positivi ai test rapidi in otto, un operatore e sette anziani su circa 35 ospiti che adesso dovranno sottoporsi al tampone molecolare.
Altri tre positivi al pronto soccorso del Civico di Palermo e tre all’ospedale di Partinico, uno al pronto soccorso e due nel reparto Covid di cardiologia sub intensiva.
Gli attuali positivi sono 23: gli ultimi accertati una dottoressa, un infermiere e un operatore socio-sanitario.
Tra i nuovo positivi conteggiati ieri a Palermo anche un dipendente dell’ex mattatoio comunale di via Tiro a Segno i cui uffici rimarranno chiusi sino a nuova comunicazione.
Infine il sindacato degli infermieri Nursing up ha comunicato che 5 infermieri sono risultati positivi nelle ultime 24 ore al pronto soccorso del Giovanni Paolo II di Ragusa.
Impossibile abbassare la guardia insomma, la curva del contagio si è abbassata ma basta poco per provocare nuovi pericolosi focolai. La parola d’ordine resta prudenza!
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