Filiera ittica: la burocrazia blocca l’utilizzo dei fondi europei
Il Codacons, tramite l’Avv. Carmelo Sardella, dirigente dell’ufficio legale regionale siciliano, ha presentato un esposto-denuncia alla Procura della Repubblica di Catania per una vicenda di malaburocrazia siciliana.
Una Società cooperativa costituita prevalentemente da giovani biologi, aveva elaborato un innovativo progetto per lo sviluppo delle acque interne siciliane fondato su di una filiera che parte dall’allevamento di specie ittiche pregiate di acqua dolce, si sviluppa con richiestissimi laghetti di pesca sportiva, riforniti proprio dagli esemplari allevati, ed assicura poi alle famiglie dei pescasportivi, e non solo, sia un servizio di ristorazione a Km zero, che una scuola ed un noleggio di imbarcazioni removeliche.
Ogni struttura di questo tipo, che può essere installata in molti dei grandi invasi siciliani, prevedeva la collocazione di circa 12-15 unità lavorative.
Interpellato il Consorzio di Bonifica 7 Caltagirone, figura di diritto pubblico che gestisce a fini irrigui le acque dell’invaso, la società cooperativa riceveva il “nulla osta allo svolgimento delle attività” condizionato esclusivamente dall’ottenimento delle autorizzazioni degli altri enti preposti, sulla base del quale si sviluppa l’intero, complesso e defatigante, iter del progetto
n prossimità dell’inizio lavori i giovani biologi, tuttavia, ricevevano invece una serie di pesanti richieste di documentazione suppletiva, alle quali adempivano prontamente ritenendole solo un eccesso di zelo da parte dei funzionari preposti.
E invece, la pratica è rimasta nei cassetti per oltre un anno, sono scaduti i termini del finanziamento europeo e secondo il Codacons si è trattato di un espediente per mantenere lo sfruttamento esclusivo degli invasi.