Fabrizio Ferrandelli da Biagio Conte: “Sono qui da palermitano”
Fabrizio Ferrandelli da Biagio Conte. Da due settimane, Biagio Conte, missionario laico fondatore della Missione Speranza e Carità di Palermo è in sciopero della fame per sostenere la battaglia di Paul, 51enne originario del Ghana che vive a Palermo dal 2010 e lavora come idraulico nella Missione, e che ora rischia l’espulsione dall’Italia.
Il caso di Paul, l’evidente sofferenza di Conte che gli dorme e vive accanto sdraiato su un giaciglio di cartone con le catene alle caviglie, simbolo di una umanità non libera, ha spezzato l’indifferenza di moltissimi sul tema migranti, ma resta insoluto.
Come tantissimi palermitani che quotidianamente vanno a trovare Fratello Biagio fermandosi a parlare con lui, anche Fabrizio Ferrandelli, capolista di +Europa in Sicilia e Sardegna per le prossime elezioni europee, si è recato in visita al missionario laico questa mattina: “Oggi siamo con Fratello Biagio e la sua comunità perché siamo dalla stessa parte sempre, da siciliani, da palermitani, da esseri umani. Il suo messaggio va diffuso ed è più che giusto che si crei un movimento di opinione sulla questione: quando l’uomo non è al centro dei nostri valori a rischiare è tutta l’umanità, senza distinzioni”.
Fabrizio Ferrandelli da Biagio Conte: nessuna strumentalizzaizone
“La campagna elettorale non c’entra – aggiunge Ferrandelli – anzi: l’invito è a tutti, senza strumentalizzazioni, che siano candidati o meno: agiamo da cittadini, interessiamoci al bene comune, alla dignità delle persone, a prescindere ai programmi e dai leader: oggi è necessario riconnettersi con il proprio senso di solidarietà, riflettere e partecipare il prossimo 14 maggio a una giornata di digiuno per sostenere una battaglia giusta e umana”.
Nel video diffuso da Ferrandelli sulla sua pagina facebook, anche Fratello Biagio ha preso la parola: “Diamo speranza, diamo aiuto a chi ci porge la mano e chiede ospitalità. Il rispetto dei diritti umani è prezioso per dare un vero futuro alle nuove generazioni. Siamo tutti fratelli e sorelle, siamo tutti preziosi, siamo tutti doni di Dio che ci ha dato una terra che è casa di tutti. Anche noi, emigranti nel mondo, siamo stati visti come stranieri. Continuiamo a sperare per costruire un mondo migliore”.