Emergenza infrastrutture, Musumeci presenta il conto a Delrio. Si è svolto ieri a Roma l’incontro tra il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, e il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci. Il governatore, accompagnato dall’assessore Marco Falcone e dal direttore generale del dipartimento regionale delle Infrastrutture, Fulvio Bellomo, ha posto l’accento sulla carente infrastrutturazione siciliana.
Musumeci ha presentato al ministro i progetti relativi al completamento della strada a scorrimento veloce Libertinia-Licodia Eubea 117/bis (terzo e ultimo stralcio), per il costo di 150 milioni di euro, e al ripristino della linea ferroviaria Caltagirone-Gela, interrotta da anni nei pressi di Niscemi, per la cui attivazione occorrono 80 milioni di euro.
Al ministro Delrio è stato chiesto anche di incrementare del 20% le risorse destinate al trasporto ferroviario sull’Isola, ad oggi ferme a 111 milioni di euro, insufficienti per coprire i costi onerosi del contratto di servizio con Trenitalia e per garantire ai siciliani un trasporto su rotaia moderno ed efficiente.
Il ministro ha manifestato attenzione alle problematiche presentate dal presidente Musumeci e dall’assessore Falcone. “L’incontro odierno e’ stato proficuo e segna un buon inizio di collaborazione tra Stato e Regione – ha affermato il presidente Musumeci -. E’ arrivato il momento che Roma capisca che la crescita della Sicilia diviene strategica per il rafforzamento complessivo del sistema Paese”.
Previsto dall’ultima legge di stabilità della Regione, il fondo di rotazione era stato adottato con decreto dell’assessore uscente, Bosco, per il finanziamento dei progetti di infrastrutture varati da enti locali o consorzi di enti locali. Il fondo era previsto dalla legge di stabilità approvata dall’Ars il 9 maggio.
Si avvale di 3,5 milioni che, a seguito della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della delibera Cipe 52 del 10 luglio 2017, arriveranno a dieci. Inoltre, recita il testo, la dotazione, “successivamente”, potrà essere “integrata sino alla concorrenza dell’1% delle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione 2014-2020”.
Potranno essere finanziati “senza limiti di spesa”, puntualizza il decreto, i progetti di interventi compresi nell’ultimo piano triennale dei lavori pubblici. Alla ricostituzione del fondo, che attinge alle risorse della programmazione Ue, si provvederà, stabilisce l’articolo 5, mediante i rimborsi degli utilizzatori.
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