Elezioni comunali a Corleone. Domenica di elezioni a Corleone e a Palazzo Adriano, i due comuni in provincia di Palermo sciolti per infiltrazioni mafiose.
Il Comune di Corleone è stato sciolto per mafia nel 2016, e la sua amministrazione era in mano a tre commissarie da 27 mesi. E’ loro l’iniziativa di poche settimane di dedicare via Scorsone, strada dove ha casa la famiglia Riina al giudice Cesare Terranova, ucciso dalla mafia nel ’79.
Ma le polemiche non si fermano qui: Maurizio Pascucci, candidato inizialmente dal M5s è stato “disconosciuto” da Luigi Di Maio per avere postato su Facebook una foto con il nipote di Bernardo Provenzano.
Ieri alle urne si sono recati 6.611 elettori dei 10.814 aventi diritto, facendo registrare un’affluenza del 61,13%. La polemica delle ultime ore non sembra aver spinto gli elettori alle urne per la scelta del sindaco e dei consiglieri comunali di Corleone: l’affluenza, che – complice il maltempo – alle 12 non raggiungeva l’11%, alle 19 si e portata al 44,52%.
La lista ‘Nuova luce’ ha presentato l’ex deputato regionale Nicolò Nicolosi, 76 anni, che fu sindaco dal 2002 al 2007, la lista ‘Viviamo’ ha candidato Salvatore Antonio Saporito e infine il chiacchieratissimo Maurizio Pascucci del Movimento Cinque Stelle.
Il nuovo sindaco è Nicolò Nicolosi che ha ottenuto 3.587 voti, doppiando Maurizio Pascucci, il terzo candidato, Salvatore Antonino Saporito, ha ottenuto 1.006 consensi.
“Ci aspettavamo un risultato migliore, almeno un 10 per cento in più del 28% finale. Nicolosi evidentemente è stato più bravo; l’ho sentito già ieri sera, quando la tendenza si andava delineando. Gli faccio gli auguri. Per quanto riguarda me, sarò espulso dal Movimento 5 stelle, ma il mio impegno a Corleone, anche da capo dell’opposizione, continua” ha dichiarato Maurizio Pascucci.
Quello di Nicolò Nicolosi, 76 anni, politico di lungo corso, è un ritorno. Ex Dc, è stato sindaco di Corleone dal 2002 al 2007, più volte deputato regionale e per una legislatura è stato eletto alla Camera dei deputati.
E’ stato parlamentare dell’Ars dal 1986 al 2001, prima con la Democrazia cristiana, poi con una lista civica, ricoprendo anche la carica di assessore al Bilancio, dal 2000 al 2001, nella giunta Leanza dal 2000 al 2001.
Nel 1992 da vice presidente dell’Ars fu arrestato, ma poi assolto da tutte le accuse e risarcito dallo Stato per i 40 giorni di ingiusta detenzione. È stato leader e fondatore del movimento regionalista Patto per la Sicilia.
Due invece i candidati a Palazzo Adriano, duemila abitanti: Nicolò Granà appoggiato dalla lista civica ‘SiAmo’ e Giuseppe Alessi sostenuto dalla lista ‘Noi ci mettiamo la faccia’.
A spuntarla è Nicolò Granà, trentottenne imprenditore impegnato nell’accoglienza turistica e in attività di progettazione comunitaria. E lui il nuovo sindaco di Palazzo Adriano, comune che era stato sciolto per infiltrazioni mafiose nel 2016. Granà con circa il 65% dei voti ha battuto Giuseppe Alessi.
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