Elezioni amministrative 2019. Domenica prossima, 28 Aprile, si voterà in 34 Comuni della Sicilia, per eleggere i nuovi Sindaci e Consigli comunali. Di questi 34 Comuni (in fondo c’è la lista), 7 superano i 15.000 abitanti, ed utilizzeranno, quindi, il sistema proporzionale. I rimanenti 27, con popolazione inferiore ai 15.000 abitanti, andranno al voto, invece, con il sistema maggioritario. Le elezioni interesseranno circa 518.000 persone, distribuite su sette delle nove provincie siciliane, Siracusa e Ragusa escluse. Le urne saranno aperte dalle ore 7 della domenica sino alle 23, dopodiché inizierà lo scrutinio. È previsto un eventuale turno di ballottaggio per domenica 12 maggio. Sul sito della competente Prefettura è possibile trovare una scheda Fac Simile del Comune in cui si andrà a votare.
Non tutti e 34 Comuni interessati andranno alle urne per il rinnovo delle cariche elettive in seguito a scadenza naturale. Quattro delle 34 Amministrazioni, sono attualmente commissariate. Alessandria della rocca, piccolo comune dell’agrigentino, è attualmente retto da Vincenzo Lauro, commissario ad acta nominato dall’assessorato regionale della Funzione Pubblica e delle Autonomie Locali in sostituzione del sindaco, della giunta municipale e del consiglio comunale.
La nomina si è resa necessaria perché alle elezioni amministrative del 10 giugno non è stato raggiunto il quorum necessario. Su 4306 elettori si sono recati alle urne soltanto 1440 votanti con la percentuale di appena il 33,44. Stessa sorte è capitata a Gela, grande comune della provincia di Caltanissetta, retto fino a settembre dell’anno scorso dal sindaco Domenico Messinese, ma in seguito all’approvazione della mozione di sfiducia al Sindaco sono decaduti tutti gli organi elettivi e lo stesso Sindaco. Il 17 settembre 2018 si è insediato il Commissario Straordinario, Dott. Rosario Arena.
Il Comune di Borgetto è stato investito dagli esiti dell’operazione Kelevra, che portò a metà del 2016, il Tribunale di Palermo ad emettere 10 provvedimenti cautelari, di cui 7 custodie cautelari in carcere nei confronti dei reggenti delle famiglie mafiose di Borgetto. Il rapporto informativo della Compagnia dei Carabinieri di Partinico mise in luce tutti gli elementi “atti a prefigurare una plausibile soggezione degli amministratori del Comune di Borgetto alla criminalità organizzata, e, di conseguenza, il possibile condizionamento mafioso dell’ente da parte di cosa nostra “. La conseguenza fu la nomina di una commissione prefettizia che confermò il pesante condizionamento dell’Amministrazione alla mafia.
Occhi puntati su Castelvetrano, che cerca, ormai da anni, di dare un segnale positivo, di reale cambiamento, mortificato dalle continue notizie di cronaca. Le ultime elezioni democratiche risalgono a Maggio 2012, dopodiché il comune fu sciolto per l’applicazione della misura prevista dall’art.143 del D. Lgs. n.267/2000, e arrivarono i commissari.
La Relazione del Ministero dell’Interno non lasciò adito a dubbi. “Il Comune di Castelvetrano, presenta forme di ingerenza da parte della criminalità organizzata, che compromettono la libera determinazione e l’imparzialità dell’amministrazione”. Nel 2017, data di scadenza naturale, degli organi di governo, fu revocata la convocazione dei comizi elettorali.
Nel 2018 la durata dello scioglimento del consiglio comunale, fissata in diciotto mesi, è stata prorogata per un ulteriore periodo di sei mesi, raggiungendo il massimo tempo previsto dalla legge. A questo quadro c’è da aggiungere le recenti notizie di cronaca che hanno coinvolto, l’altro candidato sindaco del ballottaggio del 2012, Giovanni Lo Sciuto.
Il medico castelvetranese è stato, infatti, destinatario di custodia cautelare in carcere, all’interno dell’Operazione Artemisia, che ha coinvolto una quarantina di persone, tra cui nomi noti della politica siciliana. Conclude il quadro la costante presenza di Matteo Messina Denaro, che aleggia nell’aria. Come ha sottolineato la Procura di Trapani, “il ruolo di primaria importanza svolto da un noto capocosca ad oggi latitante, definito vero e proprio, deus ex machina, di ogni affare di mafia nel trapanese, nonché il più autorevole esponente dell’intera organizzazione denominata ‘cosa nostra’ “. Rimangono fuori dalle consultazioni Pachino e San Cataldo, i cui consigli comunali sono stati sciolti proprio quest’anno dal Ministero dell’interno, in seguito ad ingerenze della criminalità organizzata.
Agrigento
ALESSANDRIA DELLA ROCCA, CALTABELLOTTA, NARO, RACALMUTO, SANTA ELISABETTA
Caltanissetta
CALTANISSETTA, GELA, MAZZARINO, SAN CATALDO
Catania
ACI CASTELLO, MOTTA SANT’ANASTASIA, RAGALNA, ZAFFERANA ETNEA
Enna
AIDONE
Messina
BROLO, CONDRO’, FORZA D’AGRO’, LENI, LONGI, MANDANICI, OLIVERI, ROMETTA, SPADAFORA, TORTORICI
Palermo
BAGHERIA, BOMPIETRO, BORGETTO, CINISI, MONREALE, ROCCAMENA
Siracusa
PACHINO
Trapani
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