“d’Istanti”: concerto in streaming di Aida Satta Flores dalla Cattedrale di Palermo
Aida Satta Flores canterà in cattedrale a Palermo. L’appuntamento è per domani, lunedì 28 dicembre alle ore 18.30 e sarà possibile seguire l’evento in streaming attraverso i canali ufficiali.
Aida Satta Flores è una cantautrice palermitana, cugina dell’attore Stefano Satta Flores, e nella sua già lunga carriera vanta la collaborazione con molti artisti, tra cui Eugenio Bennato, Edoardo De Angelis, Mimmo Locasciulli, Augusto Daolio e Nomadi, Mario Incudine e musicisti Italiani e Siciliani di grande spessore, come Beppe Vessicchio, Roberto Colombo, Giuseppe Milici, Giovanni Mattaliano, Teodolindo Edmondo Negri, e tanti altri, fino a Giovanni Sollima, che sotto la direzione musicale e gli arrangiamenti di Leonardo Bruno e della stessa Satta Flores, ha appassionatamente suonato tutti i violoncelli dell’ultimo album dell’artista “Bellandare”.
La carriera artistica
L’artista siciliana vanta innumerevoli successi, primo fra tutti il concorso Teenagers sezione Canto e Teatro vinto nel 1981. Pochi anni dopo, nel 1985, vinse il concorso per voci nuove di Castrocaro per poi presentare, l’anno successivo, il suo inedito “Croce del Sud” al Festival di Sanremo. La partecipazione a Sanremo, però, non si fermò al 1986: Aida Satta Flores partecipò infatti anche alle edizioni del 1989 e del 1992, rispettivamente con i brani “Certi uomini” e “Io scappo via”.
Seguono poi periodi di forte produzione musicale per Aida: nel 2003 inaugura il decennio con l’album “Voglio portarti musica”, mentre l’anno successivo collabora con i Nomadi per la scrittura di “Corpo estraneo”, ventisettesimo album della band emiliana.
Con i suoi cinque album, l’ultimo inciso nel 2015, “Bellandare”, ed una proficua carriera, Aida Satta Flores rappresenta ancora oggi una delle più prestigiose e autorevoli voci siciliane del panorama musicale Italiano, e non solo.
“d’Istanti” in streaming il 28 dicembre alle ore 18.30, dalla Cattedrale di Palermo
Abbiamo intervistato Aida Satta Flores alla vigilia del suo concerto in streaming, “d’Istanti”, in programma il prossimo lunedì 28 dicembre alle ore 18.30, dalla Cattedrale di Palermo, ove l’artista presenterà il nuovo progetto insieme alla sua storica band e un ensemble d’archi, con la Direzione Musicale del maestro Valter Sivilotti.
Il concerto può essere seguito in streaming attraverso i canali ufficiali
Pagina Facebook di Aida Satta Flores
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Pagina evento Facebook
Canale YouTube associazione “Arte Senza Fine”
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Link Cattedrale di Palermo
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Cosa vuol dire per lei essere un’artista?
“Il ruolo dell’artista all’interno della società è stato da me stessa ampiamente descritto in una canzone che canterò giorno 28, ‘A cuore nudo”, un vero e proprio manifesto personale sul ruolo dell’artista e su cosa significhi essere un’artista. Un’artista è l’eterno in un minuto, è un’antenna ricettiva della spiritualità, se sei innamorato dell’Infinito, ma anche se fossi ateo sarebbe comunque un’antenna del percepire le leggi universali della Natura che certamente non è cattiva come l’uomo. Con questo concerto, difatti, chiedo scusa all’unica casa comune che tutti noi abbiamo: il pianeta Terra. L’uomo ha distrutto la bellezza di cui tutti siamo possessori e ricchi.
E’ qui che emerge il ruolo dell’artista, un vero e proprio intermediario fra il cielo e la terra, una spugna che deve captare o annusare i tempi che verranno. Io stessa mi sono resa conto che in molte canzoni di 40 anni fa, scritte e non pubblicate, avevo intuito i tempi che sarebbero venuti: in ‘Paura E Fortuna’ (che fu arrangiata da Lindo Negri nel 2002, dentro l’album “Voglio portarti musica”, e oggi, nel nuovo progetto, da Mario Tarsilla) parlavo di un mare Mediterraneo diventato rosso di sangue, quando ancora non c’erano tutti questi migranti e queste tragedie. In ‘Senza Voce’ – ancora – parlo del cielo, che è uno e uno solo ed è l’uomo a dividerlo. Insomma, l’artista è una medicina per l’anima, chiunque esso sia, scultore, pittore, cantante, con un ruolo ormai svilito da un settore artistico di massa fra talent e omologazioni”.
“d’Istanti” è un concerto dedicato ad artisti che ci hanno lasciato da poco. Quale rapporto aveva con loro?
Lello Sanfilippo non lo frequentavo da tantissimi anni, però ai tempi in cui andavo al liceo classico alle Ancelle del Sacro Cuore o alle discoteche dell’epoca, ricordo che mi ha insegnato a guidare la Vespa. Lo immagino come un grande imprenditore di comunicazione radiofonica che si stia allenando con leggerezza ma con quella profondità propria di tutti i grandi. È stato veramente un grande costruttore del sistema radiofonico palermitano e non solo.
Aurelio Pes mi ricorda i suoi boschi tutti d’oro in cui immagino stia volteggiando, tutto di bianco vestito. Era un uomo colto, uno storico, mi voleva molto bene e avevamo tanta stima reciproca. Amava moltissimo ‘A Cuore Nudo’ e “Alkaid”, perché mi diceva sempre che, da quando vinsi Castrocaro, secondo lui io potevo rappresentare un’arte femminile iconograficamente greca e mediterranea.
Quella di Lelio Giannetto è stata invece una perdita molto pesante per me: sono stato giorni senza voce. Lui amava molto la mia voce e quindi il primo stress emotivo si è riversato proprio sulla voce. Ancora ora lo immagino tra gli angeli a suonare il contrabbasso, messo lì a divertirsi e a trasformare i giardini del Paradiso in un’installazione sonora”.
Cosa vorrebbe che rimanesse al suo pubblico, di questo concerto?
“Vorrei che agli ascoltatori di questo concerto rimanessero pochi concetti, ma forti, legati al concetto di Fratellanza. Vorrei si capisca che stare l’uno contro l’altro, armati, è l’errore più grande che si possa fare e capissero che c’è speranza da questo periodo alquanto tragico e che c’è un problema ancora più grosso del Covid, che è l’indifferenza. Finché c’è un bambino di sei mesi come Joseph, pescato morto a soli 6 mesi, lo scorso 11 novembre, in uno dei tanti naufragi, sotto l’indifferenza di tutti, io stessa sto male al solo pensiero.
È incredibile pensare come l’uomo viva il pianeta posando i suoi piccoli piedi solo sul 30% della crosta terrestre, perché il 70% è acqua, e tuttavia ha creato divisioni piuttosto che costruzioni. Vorrei quindi che gli ascoltatori percepissero fondamentalmente tre elementi: amore, coraggio e capacità di ascolto dei cantautori Italiani. Voglio che resti la fiducia e la speranza in un futuro migliore e all’occasione voglio ringraziare fortemente tutti i volontari e gli infermieri che in questo terribile anno sono stati magnifici”.