“Non entro naturalmente nel merito delle scelte politiche di Roberto Lagalla e nulla ho da obiettare rispetto alla persona di Fabrizio Ferrandelli, ma mi sarei aspettato da parte del sindaco di Palermo che guardasse prioritariamente in casa propria, ai propri alleati, a chi lo ha sostenuto nella corsa alla carica di primo cittadino del capoluogo siciliano nel rispetto dell’impegno che aveva assunto in campagna elettorale e cioè che le liste che superavano il 4% avrebbero avuto una rappresentanza nella giunta municipale”. Lo dice Roberto Di Mauro, commissario a Palermo dell’Mpa di Raffaele Lombardo e assessore regionale dell’energia, dopo la scelta del sindaco di far entrare in giunta Fabrizio Ferrandelli, che si era candidato nel 2022 con Azione a sindaco.
“Se il sindaco porta avanti una buona azione di governo ed è capace di allargare i suoi consensi va benissimo – sottolinea Di Mauro – ma c’era un preciso impegno di Lagalla, ci saremmo aspettati una maggiore attenzione”. Qualche giorno fa, sull’ingresso in giunta di Ferrandelli e sulla scelta di Lagalla, sono arrivate critiche anche da Totò Lentini, anche lui candidato a sindaco e la cui lista aveva preso il 4,7% e oggi segretario organizzativo degli autonomisti a Palermo, il quale aveva fatto un passo indietro per mantenere saldo il centrodestra.
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