L’accidentato percorso della legge di stabilità regionale in commissione Bilancio fa vacillare pericolosamente il governo Crocetta e la sua maggioranza. Dopo la clamorosa debacle di sabato scorso sul testo che prorogava il commissariamento delle Province, esecutivo e alleanza sono franati soprattutti sui punti qualificanti della finanziaria nel corso della seduta fiume della seconda commissione, al lavoro anche domenica e questa mattina per consentire di incardinare i testi contabili nella seduta convocata per mezzogiorno e approvarli entro i primi giorni di gennaio.
Così il governatore avverte gli alleati: “Sono sotto assedio e ora pretendo un patto di lealtà dopo il voto o deciderò il da farsi“. Così sembra congelare anche l’atteso rimpasto di gennaio. Intanto incassa stop e ko a ripetizione, come quelli alla norma per l’assegnazione da parte dei Comuni agli indigenti delle case abusive confiscate; non supera la prova neppure il comma che taglia le partecipate regionali da 34 a 9. All’assessore all’Economia Luca Bianchi, spedito lì da Crocetta per incassare schiaffi bipartisan, non è rimasto altro che ritirare le norme, valutando la possibilità di presentare successivamente ddl autonomi.
Bocciato pure il taglio del salario accessorio per i dirigenti della sanità, ma è stato approvato l’emendamento Pd-M5S che prevede la cancellazione del coordinatore sanitario e amministrativo dei distretti con una previsione di cassare 50 posti dirigenziali. Passa invece lo stop per almeno un altro anno ai rinnovi contrattuali per funzionari e dirigenti regionali e degli enti collegati. E passa l’estensione alle coppie di fatto degli aiuti previsti per le famiglie. Decurtati i trasferimenti a carico delle compagnie che garantiscono i collegamenti marittimi, mentre con un emendamento di Articolo 4 nella notte sono stati riportati a 170 milioni i finanziamenti destinati alle imprese del trasporto pubblico locale, a fronte di un abbattimento previsto diun terzo in due anni.
Sbotta Rosario Crocetta: “Il governo è sotto assedio, ma soprattutto lo è la Sicilia. Prevalgono coloro che difendono il vecchio, gli interessi, i privilegi, coloro che non vogliono cambiare nulla”.
Forse un segnale in vista del rimpasto di gennaio: “Altro che rimpasto. Dopo il voto di bilancio e finanziaria incontererò i partiti per chiedere la sottoscrizione di un patto di lealtà sul programma del presidente. Per quanto riguarda il rimpasto – avverte – se ci fosse un disegno in quanto sta accandendo all’Ars, dico a tutti che otterrano l’effetto contrario, non consentirò l’ingresso in giunta di chi è nemico delle riforme e del rinnovamento. Noi non ci fermiano e dico subito che entro 45 giorni approveremo il disegno di legge che istituisce i liberi consorzi, sopprime le Province e le città metropolitane”.
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