Cresce la protesta nel PD per il “matrimonio” con Articolo 4
Il malumore che serpeggiava nel PD per l’adesione del gruppo di Articolo 4, diventa sempre più manifesto. L’epicentro della protesta è al momento nelle province di Catania e Trapani, dove i deputati che vogliono entrare, hanno un discreto serbatoio di voti e quindi pesterebbero parecchi piedi.
A Catania è il deputato nazionale Giovanni Burtone ad accendere la miccia: “Ho contrastato con tanti amici il cuffarismo e il lombardismo, non certo per ritrovarci un Pd a porte girevoli”, scrive sul suo profilo Facebook, con l’appoggio di alcune centinaia di dirigenti e militanti.
La protesta montante ha provocato già una mezza frenata del capogruppo all’Ars Baldo Gucciardi, che mette qualche paletto dopo la manifestazione catanese delle Ciminiere in cui il vice segretario nazionale Lorenzo Guerini, aveva trionfalmente aperto le porte alla pattuglia di “giramondo”, che ha perso per strada Lino Leanza: “La fusione non avverrà domani. Il gruppo ha votato ad unanimità che potrà esserci solo dopo alcuni passaggi preventivi”.
Insomma Luca Sammartino, Valeria Sudano, Paolo Ruggirello e Raffaele Nicotra dovranno confrontarsi col PD nei territori e poi chiedere il tesseramento anche per i loro seguaci: c’è da credere che le cose non andranno così lisce.
La direzione provinciale di Trapani ha già approvato un documento in cui esprime “totale contrarietà ad annessioni di massa e a freddo”. Anche perché la “fusione a tavolino” non è stata metabolizzata nei vari Comuni dove si andrà a votare.
Un esempio è Marsala, dove Articolo 4 candida a sindaco il presidente del Consiglio uscente, Enzo Sturiano, e il Pd ha scelto con primarie Alberto Di Girolamo, o Paceco dove il Pd è all’opposizione e gli ex articolisti amministrano.
Per venerdì a Catania è convocata la direzione provinciale dove l’adesione di tre deputati regionali di peso come Sammartino, Sudano e Nicotra altererebbe i già fragili equilibri: ne vedremo delle belle.