Cranio Randagio: una vita spezzata a 22 anni, il resto non conta

Una vita spezzata a 22 anni e tutto il resto non conta. Cranio Randagio, al secolo Vittorio Andrei, è morto due giorni fa. Il suo decesso è al centro della cronaca e le cause sono ancora da chiarire. Il rapper di X-Factor, che venne scelto da Mika, era andato ad una festa a casa di amici da cui è stato trovato morto la mattina seguente.

Secondo le ricostruzioni degli amici, alla festa non sarebbero mancati né alcol né marijuana, ma tutto ciò è troppo poco per giustificarne la morte. Da capire se fossero presenti anche altri tipi di droghe più pesanti che possono aver portato al decesso, si parla di metanfetamine. Cranio si sarebbe svegliato verso le 14,00 e avrebbe cercato di chiamare i soccorsi, senza riuscirci. Secondo le ricostruzioni degli amici, questi avrebbero trovato Vittorio in fin di vita e gli sarebbe ‘morto tra le braccia’. Sarebbe passata un’ora, però, dal momento della morte a quello in cui le persone che erano con lui hanno chiamato il 112.

C’è discordanza sulle cause del decesso, per ora solo ipotesi. Alcuni parlano di mix di alcol e droga, altri di problemi cardiaci di cui Vittorio non era a conoscenza, altri ancora del connubio tra le due. Ciò che è certo è che un ragazzo di 22 anni ha perso la vita, troppo presto, in qualsiasi caso. Il popolo di Facebook si divide tra chi difende il rapper e chi esagera con un cinismo che sfocia in stupidità con commenti del tipo “se l’è cercata”. La procura ha aperto un’inchiesta sul caso. Oggi sono previsti test tossicologici.

Nel frattempo, sui social, gli artisti con cui aveva collaborato lo difendono ed esprimono il loro cordoglio. Mika, su Twitter, scrive di una vita finita troppo presto. Anche Giò Sada (vincitore di quell’edizione di X-Factor) e Fedez lo ricordano con un tweet. Piotta, invece, si scaglia contro la facile associazione “rapper-droga”. Commovente il post di Shorty (Davide Sciortino), con cui aveva condiviso l’avventura del talent show.

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La madre, disperata, vuole la verità. Tra le lacrime rivela che quelle persone che erano con lui erano un gruppo che Vittorio frequentava da poco. Al Corriere della Sera racconta di aver chiamato più volte il figlio, ma nessuno ha risposto, venendo a sapere della morte solo nel pomeriggio, verso le 16, grazie ai carabinieri.

Io volerò, io volerò via 
come un gabbiano pure se il petrolio mi pesa sul dorso smorzando la scia, 
io volerò via, io volerò via 
perché nel cielo c’è molto di più 
che in questa terra sbranata da gru 
che in questo oceano sempre meno blu

Cantava così Cranio Randagio in uno dei suoi successi, “Petrolio”. Quel petrolio che è pesato troppo sul suo dorso. Ora vola, Vittorio, e scopri se nel cielo ci sia davvero molto di più.