Coronavirus a Palermo. Il rapporto è a cura dell’Ufficio Statistica del Comune di Palermo ed è dedicato all’analisi degli indicatori territoriali relativi all’epidemia da Covid 19, aggiornati alla settimana che va dal 31 agosto 6 settembre 2020.
Dal confronto aggiornato dei dati della Sicilia con quelli delle altre regioni e province autonome (rapportati a 100 mila abitanti) si conferma la sensibile risalita del numero di nuovi positivi in tutte le regioni italiane.
La Sicilia è, in rapporto alla popolazione residente, l’ultima regione per il numero di tamponi effettuati: 7503,4 ogni 100 mila abitanti, preceduta dalla Campania con 7861,9. Il dato medio nazionale è pari a 15030,0 tamponi ogni 100 mila abitanti. Il maggior numero di tamponi è stato effettuato nelle regioni del nord est.
Inoltre, sempre nella settimana dal 31 agosto al 6 settembre, in Sicilia sono stati effettuati 532,4 tamponi ogni 100 mila abitanti, il 32,3% in più rispetto alla settimana precedente, ma pur sempre il secondo valore più basso fra tutte le regioni italiane dopo la Calabria, poco più della metà del valore medio nazionale (pari a 1042,3 tamponi ogni 100 mila abitanti).
Per il sindaco Leoluca Orlando “I dati confermano, insieme alla recrudescenza di casi positivi asintomatici, l’assoluta necessità che sia incrementato il numero di controlli, così come siano mantenute e rafforzate forme di tracciamento che permettano, in caso di positività, di identificare e isolare velocemente le persone potenzialmente esposte al contagio”.
L’assessore Regionale alla Salute, Ruggero Razza contesta però il dato che vede la Sicilia ultima in Italia per tamponi: “Il Comune di Palermo, ancora una volta e senza averne alcun titolo, diffonde una notizia che vedrebbe la Sicilia ultima in Italia per tamponi.
Si tratta di una vicenda grottesca e falsata. In Sicilia, infatti, si applicano le linee guida nazionali sui soggetti cui fare i tamponi e nel rapporto tra positivi e numero di tamponi fatti siamo tra i primi in Italia.
Il tampone si può fare a tutti i soggetti indicati dalle linee guida ministeriali e su tutti i contatti dei casi positivi o sospetti positivi.
Valuterò nelle prossime giornate se esistono le condizioni per agire in giudizio contro il Comune di Palermo, che non è l’Istat siciliano.
Perchè questa stessa sollecitazione non la utilizza il sindaco di Palermo per diffondere i dati sulla raccolta dfferenziata? O su tutti gli aspetti che riguardano le sue competenze?».
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