Coppia gay aggredita a Palermo da gruppo di ragazzini: si indaga

Una coppia di ragazzi gay, di Torino, è stata aggredita ieri sera a Palermo intorno alle 21,30 in via dell’Università nei pressi di via Maqueda.

Un gruppo di ragazzini li hanno prima insultati perchè si tenevano per mano e poi aggrediti. La coppia è stata soccorsa dai propri amici in attesa dell’arrivo del 118.

Uno dei due ragazzi è stato trasportato al pronto soccorso dell’ospedale Civico per curare delle ferite e dimesso stamattina con 25 giorni di prognosi; ha una frattura al naso e diverse ecchimosi al volto. Gli aggressori si sono dati alla fuga. La polizia indaga sull’accaduto e lavora per identificare gli aggressori: già acquisite le immagini dei sistemi di videosorveglianza della zona per risalire agli autori del gesto.

“L’aggressione subita da una coppia di giovani a Palermo è un episodio gravissimo che va assolutamente condannato. Esprimiamo solidarietà massima ai due ragazzi vittime di tale barbarie. Un simile episodio però non scoraggi turisti e villeggianti a soggiornare a Palermo e in Sicilia che rimangono luoghi ospitali, culla di civiltà e crocevia di popoli e cultura”. A dichiararlo sono i deputati regionali del Movimento 5 Stelle all’Ars.

Solidarietà anche dai portavoce di Sinistra Comune: Alberto Mangano, Antonella Leto, Luigi Carollo e Ramon La Torre: “Sinistra Comune manifesta la solidarietà di tutta la nostra comunità ai due ragazzi che ieri sera hanno subito una vile aggressione omofoba in via Maqueda. Palermo si è caratterizzata in questi anni per una scelta politica e culturale molto forte: avere fatto dell’inclusione, dell’accoglienza e della valorizzazione delle differenze chiavi di lettura fondamentali per raccontare la trasformazione della città. Ma non esistono città non omofobe, così come non esistono città omofobe. Il vero tema è che esiste l’omolesbobitransfobia di un paese che rifiuta ancora di mettere a tema la violenza intollerabile di una cultura profondamente maschilista”.

“Aggressioni come quella di ieri dimostrano quanto sia non più rinviabile l’adozione di strumenti legislativi e culturali; anche per fermare il prima possibile un dibattito pubblico che, a partire da un testo di legge, sta in realtà avvelenando quotidianamente la nostra socialità spostando le persone gay, lesbiche, bisessuali, trans, queer dallo spazio delle vittime a quello dei carnefici. Mettere a tema ad ogni ora del giorno, come accade ormai da settimane, il testo Zan accusandolo di cancellare la libertà di espressione e/o l’ordine biologico-naturale non può che produrre effetti come lo sdoganamento della violenza omofoba; verbale e fisica. Ecco perché il solo modo per esprimere vera vicinanza ai due ragazzi, e con loro a tutte le donne e tutti gli uomini vittime di aggressioni solo per aver scelto di viversi liberamente e apertamente, è chiedere con forza che questo dibattito cessi immediatamente approvando subito la legge già votata dalla Camera” conludono.

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