Sono stati consegnati a Palermo, presso dell’ex Chiesa San Mattia ai Crociferi, alla Kalsa, i premi di “Agricoltura è Donna”.
Il concorso annuale, giunto alla sua terza edizione, è promosso dall’Ordine degli Agronomi di Palermo, guidato da Salvatore Fiore.
In collaborazione con l’Assessorato regionale all’Agricoltura, l’Istituto regionale Vini e Oli di Sicilia, la Camera di Commercio di Palermo e il Consiglio nazionale dei dottori agronomi e forestali.
I premi sono stati assegnati a Laura Bargione, titolare dell’azienda agricola Mariscò, per la categoria imprenditrici.
Al dottore agronomo Grazia Invidiata per la categoria professionisti.
Il premio si pone come obiettivo quello di incentivare la presenza, della donne in campi come quello dell’agricoltura.
Il contributo femminile, è stato detto nel corso della premiazione, ha avviato un percorso di rinnovamento all’interno del settore agricolo; rinnovamento che ha favorito un approccio più attento sia alla produzione che alla commercializzazione.
Sono stati consegnati anche tre premi speciali: ad Annamaria e Filippa Milazzo, titolari del Torronificio delle Madonie; a Romina Fricano, titolare dell’azienda biologica “L’orto di Francesca”; ad Angela Sciortino, dottore agronomo e giornalista, coordinatore della rivista e del sito “Sapori di Sicilia”.
“Molte aziende siciliane che hanno accettato le nuove sfide del mercato, scommettendo su trasformazione, chiusura della filiera produttiva ed innovazione, sono guidate da giovani imprenditrici agricole”.
“Sono capaci di utilizzare le nuove tecnologie e gli strumenti del marketing e della ricerca per guidare le proprie imprese ” afferma Cracolici.
Ad aprile verrà pubblicata la misura 6.1 sull’insediamento giovani: 160 milioni di euro per l’avviamento di circa 1.600 giovani in agricoltura che imprimerà un forte ricambio generazionale nel comparto agricolo siciliano.
“Dobbiamo passare dalla vecchia logica dell’agricoltura che insegue il contributo ad una nuova concezione di un sistema agroalimentare più integrato”.
“È quello che stiamo facendo con il nuovo Psr, imprimendo nuovi criteri per favorire l’agricoltura di qualità certificata, la capacità di commercializzazione, l’innovazione e l’export.” conclude Cracolici.
Al dibattito hanno partecipato il Presidente dell’Ordine degli Agronomi di Palermo Salvatore Fiore, l’Assessore Regionale all’Agricoltura Antonello Cracolici, l’On. Michela Giuffrida, il Sottosegretario di Stato Simona Vicari e l’On. Loredana Lupo.
“La crescita in Sicilia è guidata dalle donne, soprattutto in agricoltura – così il sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti, Simona Vicari ha dichiarato in apertura del suo intervento – I dati 2016 della Coldiretti parlano chiaro un’azienda su tre è gestita da donne e la nostra isola registra l’aumento più cospicuo con un 24% in più rispetto alla media italiana ( 22%).
Questo vuol dire che le donne hanno dimostrato maggiore capacità di mettersi in gioco e di essere molto più flessibili degli uomini nel saper cogliere tutte le occasioni offerte dal mercato del lavoro. Anche sugli altri fronti – prosegue – sono numerosi gli esempi di eccellenze guidate da donne dislocate in tutta la Sicilia, basti pensare che le province di Trapani e Siracusa, con oltre il 25% di imprese, sono al 14° e 15° posto nella classifica italiana che vede la partecipazione femminile in settori tradizionalmente maschili e anche le aziende “rosa” nelle province di Enna e Caltanissetta risultano in crescita”.
“Il 76.5% delle aziende agricole in Europa è a conduzione familiare – ha affermato l’eurodeputato Michela Giuffrida, componente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo – ma i dati che riguardano le donne sono invece tutt’altro che lusinghieri.
Sono relatrice del rapporto sul ruolo delle donne nelle aree rurali, che presto sarà approvato dal Parlamento europeo, nel quale ho puntato sulla necessità di far emergere le donne “invisibili” che lavorano in agricoltura. Madri, mogli, figlie, determinanti nella condizione della azienda familiare, il cui lavoro non viene spesso giuridicamente riconosciuto e che così non godono di alcun diritto. Su 6 milioni di persone che hanno partecipato ad attività di formazione – ha aggiunto l’on. Giuffrida – solo il 28% erano donne. Davvero troppo poco perché se vogliamo professionalizzare le donne in agricoltura dobbiamo dare loro strumenti per crescere. Ci rende ottimisti però – ha concluso l’eurodeputato – che le donne imprenditrici agricole siano in continua crescita. Le loro aziende sono le più innovative, multifunzionali, le start-up agricole in “rosa” sono le più creative. Sono la concreta attuazione della moderna visione dell’agricoltura europea”.
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