Lo Studio del CNR-IFC, condotto dalla ricercatrice Sabrina Molinaro durante il lockdown sulla propensione al gioco d’azzardo degli italiani, ha messo in luce due, evidentissimi dati: la spesa sui giochi si è abbassata, ma l’interesse verso il gioco d’azzardo patologico è aumentato. Come è noto il gioco fisico è stato penalizzato più del dovuto, ma qualche cambiamento si è verificato anche nell’online. Un verdetto chiaro, per il gioco fisico, rallentato a causa dello stop. Ma l’online, protagonista della pandemia, non ha registrato grossi aumenti: un po’ per il blocco sugli sport, un po’ perché le scommesse sportive sono crollate ai minimi storici.
Sabrina Molinaro ha reso noti i dati, sottolineando come non si sia registrato un cambio tale da poter parlare di migrazione dal gioco fisico a quello online: insomma, nessun passaggio di consegne avvenuto. Per questo motivo il profilo del giocatore sia rimasto quasi del tutto immutato. Chi giocava online, insomma, ha continuato a farlo. Chi non lo faceva non ha iniziato o se ha cominciato, solo in minima parte. Per la maggiore sono andati i casinò online. I soggetti più propensi al gioco sono gli stessi, di sesso maschile, con una età compresa tra i 30 e i 50 anni. Sono stati infine gli apparecchi da intrattenimento quelli che hanno determinato una maggior raccolta.
La spesa nel gioco fisico ha avuto una media di dieci euro, costante anche dopo la riapertura di sale giochi e scommesse. Una denuncia di come il mercato non sia del tutto ripartito. La maggioranza degli italiani, e questa è una buona notizia, ha giocato in maniera sana, rispettosa e responsabile. Se esiste un rischio, insomma, questo ha pochi appigli ed è di per sé fragile. Il 41% della popolazione, è emerso, gioca una volta l’anno. Il 3% soltanto presenta un profilo di rischio. Quota minoritaria ma non ignorabile.
Il tema del gioco d’azzardo patologico è particolarmente sentito, soprattutto in un contesto come quello italiano sempre molto attento ai rischi legati al gioco, come dimostrano le normative vigenti in tutta Italia.
La keyword “gioco d’azzardo patologico” è stata una delle “vincitrici” durante il lockdown, essendo stata molto ricercata su motori sempre molto affidabili come Google Trends. Un interesse ricevuto e protratto nel tempo, ma soprattutto in alcuni specifici contesti regionali come il Molise, dove la parola è stata ricercata per il 100% del campione, per l’Abruzzo, col 95% di densità, l’Umbria con l’89%, Calabria e Sardegna che “chiudono” al 68 e il 65%. Tornando alla ricerca, Molinaro ha sottolineato come siano anche i giovani studenti, di età compresa tra i 15 e i 19 anni, ad aver generalmente aumentato il loro interesse ed approccio ai videogiochi, anche e soprattutto giochi online non comprendenti alcuna vincita in denaro.
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