Cina: nasce a Dongguan la prima fabbrica con 1000 robot al posto degli operai

Nasce in Cina a Dongguan il primo stabilimento che sostituirà completamente il lavoro manuale con gli automi. Il progetto della Shenzhen Evenwin Precision Technology Co<, un’azienda privata che fabbrica componenti per telefoni cellulari, prevede di ridurre del 90% l’attuale forza lavoro sostituendola con un m,igliaio di robot. Chen Xingqi, presidente dell’azienda, ha previsto che dopo questa prima fase sarà sufficiente il lavoro di appena duecento persone contro le attuali 1800. E che i ricavi di produzione annuale dell’azienda si assesteranno attorno ai 280 milioni di euro. Non è stato ancora reso pubblico a quanto ammonta l’investimento fatto per la riconversione degli stabilimenti. Secondo i dati ufficiali, da settembre scorso a Dongguan, che conta sei milioni di abitanti, sono oltre 500 le fabbriche che si sono automatizzate rendendo inutile il lavoro di circa 30mila dipendenti. E questi numeri verranno triplicati entro il 2016. Dongguan si trova nella regione sudorientale del Guandong, da sempre la più sviluppata nell’ambito del settore manifatturiero. Qui il governo ha annunciato un piano di investimenti di 135,5 miliardi di euro nei prossimi tre anni per sostituire sulle linee di assemblaggio i robot agli operai. Le singole aziende potranno ricevere sussidi per avviare il processo di automazione nei loro stabilimenti. Si tratta di cifre che oscillano tra i 20e i 70 milioni di euro. Guangzhou, il capoluogo della regione con oltre 14 milioni di abitanti, ha annunciato che l’80% della manodopera verrà sostituita da macchine entro il 2020. Si tratta di una svolta storica nell’economia e nella società della Repubblica popolare. Nell’ultimo decennio gli stipendi della classe operaia sono aumentati in media del 10% ogni anno. E il costo dei robot è stato inversamente proporzionale: nello stesso periodo è diminuito del 5% ogni anno. Resta da capire se questo risparmio non produrrà grandi problemi di carattere sociale, data l'enorme forza lavoro della Cina, che potrebbe portare a gravi fenomeni di disoccupazione.