La mattina del 9 gennaio la Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 5 soggetti: Marco Rapisarda (classe 1977), Ivan Stella (cl. 1987), Ivan Zappalà (cl. 1992), Francesco Distefano (cl. 1982) e Paul Giorgian Calinescu (cl. 1988).
Tutti sono ritenuti responsabili di una pluralità di reati contro il patrimonio, tra cui efferate e cruente rapine in abitazione caratterizzate da un identico modus operanti. Le azioni delittuose avevano come destinatari
persone anziane, spesso sole, sorprese nottetempo, nella propria abitazione e precedute da una meticolosa attività preparatoria, con attenti sopralluoghi e pedinamento delle vittime.
L’indagine è iniziata in seguito a un tentativo di rapina subìto da un gioielliere catanese, sorpreso in casa dove si trovava con la moglie da un insolito blackout elettrico. Insospettitosi, l’uomo è andato a controllare e ha trovato degli uomini incappucciati alla porta. Fortunatamente ha avuto la prontezza di chiudere con il fermo , intimando anche ai rapinatori di essere armato. I soggetti si sono poi dati alla fuga.
Il gioielliere era stato seguito per diversi giorni, compreso quello programmato per l’attuazione della rapina, da alcuni componenti del gruppo che ne avevano studiato abitudini e orari. Il blackout, invece, era un escamotage studiato ad hoc per far aprire alla vittima la porta di casa.
La Squadra Mobile ha monitorato incontri frequenti, avvenuti in prevalenza in via Zaccà, luogo in cui venivano programmate le azioni criminose. Rapisarda, ritenuto il soggetto di maggiore carisma criminale, condannato per associazione per delinquere di stampo mafioso in quanto ritenuto contiguo al clan Cappello – Bonaccorsi.
Il target era sempre lo stesso: anziane, facoltose e da sole in casa. La strategia criminale messa in atto era quella di sorprenderle nel cuore della notte e, con metodi da arancia meccanica, costringerle ad assistere al saccheggio dell’abitazione, immobilizzate con nastro adesivo o tenute in ostaggio sotto la minaccia delle armi.
In tale conteso, sono state ricondotte all’azione predatoria degli indagati due violente rapine, analoghe per modus operandi. La prima e più cruenta è avvenuta la notte del 7 ottobre 2020 in località Aci Castello (CT) nell’abitazione di un uomo ultranovantenne che è stato sorpreso da quattro uomini armati e con il volto coperto da passamontagna che lo hanno legato alle mani, alle caviglie e alla bocca con del nastro adesivo. I rapinatori gli hanno poi svaligiato la casa.
Analoga azione violenta è stata reiterata la notte del 12 novembre 2020 all’interno dell’abitazione di un’anziana donna, anch’ella colta nel sonno, da uomini armati che, dopo essere entrati dalla terrazza, sono scesi al piano inferiore, raggiungendola nella sua camera da letto. Anche in questa occasione, la vittima è rimasta ostaggio del gruppo che l’ha minacciata di morte se non avesse consegnato tutto il denaro che custodiva in casa.
I soggetti sono stati quindi arrestati, sono stati sequestrati due passamontagna, quattro paia di guanti da lavoro e due rotoli di nastro adesivo, questi ultimi risultati compatibili con quello utilizzato per immobilizzare la vittima della rapina avvenuta ad Aci Castello.
Al gruppo criminale è stato sottratto tutto il materiale occorrente
per scardinare le porte delle abitazioni nonché rinvenuta un’autovettura rubata che gli indagati utilizzavano esclusivamente per recarsi sul luogo della rapina e trovati capi di abbigliamento identici a quelli indossati nel corso delle rapine.
Infine, è stato possibile anche addebitare agli indagati numerosi altri reati contro il patrimonio, tra cui furti in abitazione, furti di ciclomotori e ricettazione di vari beni, ritenuti strumentali al conseguimento del denaro necessario per sostenere le spese per la realizzazione di colpi maggiormente remunerativi.
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