Neonata morta: i genitori inconsolabili chiedono giustizia

Rabbia, strazio, un vuoto incolmabile voglia di giustizia per i genitori di Nicole, la neonata colta da una crisi respiratoria subito dopo la nascita a Catania e morta mentre veniva trasportata a Ragusa per l’indisponibilità di posti di rianimazione neonatale negli ospedali catanesi. La versione del papà Andrea Di Pietro racconta di un dramma iniziato subito dopo il taglio del cordone ombelicale. Nicole non respirava, forse aveva del liquido amniotico nei polmoni. Il padre ricorda la ricerca affannata di una cannula che non si trovava. «Niente illazioni: usate cannule e sondini» ribattono dalla Casa di Cura Gibino «Siamo in possesso di cannule per aspirazione neonatale e immediatamente dopo la nascita tutte le pratiche di aspirazione sono state eseguite correttamente sulla piccola Nicole, che poi è stata intubata e trasferita all’ospedale Maria Paternò Arezzo di Ragusa». Andrea non si dà pace: «Hanno permesso che per una cannuccia morisse mia figlia. Che cos’è? Negligenza, malasanità, strafottenza? Date una risposta. Che diano una risposta assessori e magistrati. E che la diano anche su questi ospedali di Catania dove non si trova posto per un’emergenza, per salvare una vita
Anche la mamma della bimba, che aveva aspettato con o amore la nascita in un post su facebook descrive i suoi sentimenti: «Ci sono tanti tipi di amore e noi abbiamo avuto la fortuna di provarli tutti, il più grande è senza dubbio quello per i propri figli ed io e Andrea lo proveremo per sempre per la nostra piccola Nicole che fin da subito dentro me ci ha regalato una gioia immensa e un amore infinito» scrive Tania Laura Egitto in una dedica alla sua «piccola ballerina scatenata». E poi che si sente inseguita da quel «dolore che non vorresti mai provare» e che «ti spezza il cuore in mille pezzi, ti svuota, ti toglie la voglia di vivere». Una realtà insopportabile per Tania. «La nostra bambina non c’è più – scrive – E non per cause naturali, ma per un errore umano, per tanti errori umani». La rabbia sembra esplodere in petto: «Presto si avrà giustizia, presto tutto verrà alla luce e la mia bambina avrà pace. Non mi hanno permesso di vederla, di stringerla a me, di accarezzarle la manina e farle sentire che io le ero vicino. Me l’hanno portata via, senza averle potuto dare il suo primo e ultimo saluto…Ti amo amore di mamma.