Catania-Milan per… dimenticare il derby

Dopo la sconfitta cocente nel derby di Palermo, il Catania deve subito rialzarsi perche’ il campionato non permette pause, visto l’impegno imminente di venerdi’ sera contro il Milan al Massimino.

di Daniele Urzì

Dopo la sconfitta cocente nel derby di Palermo, il Catania deve subito rialzarsi perchè il campionato non permette pause visto l’impegno imminente di venerdì sera contro il Milan al Massimino.

Giocare a distanza di poco tempo per gli etnei consentirebbe di cancellare subito gli orrori di Palermo regalando una vittoria che sul profilo della classifica garantirebbe un bel salto di qualità; se a questo si aggiunge che il Catania in sei anni di gestione Pulvirenti non ha mai battuto il Milan in campionato renderebbe ancora più soddisfacente una vittoria contro i rossoneri.

I rossazzurri aldilà del morale devono fare i conti con gli infortuni di Izco, Biagianti e Bergessio, difficile capire l’entità del loro recupero e con le squalifiche comminate a Gomez e Spolli. Difficile far fronte ad una situazione di emergenza simile contro un Milan che sta risalendo in classifica dopo aver ritrovato l’equilibrio tattico che da un pò mancava; morale alle stelle per i rossoneri grazie anche alla tanto agognata qualificazione agli ottavi di Champions; tra i giocatori più in forma nel Milan El Shaarawy con dieci reti all’attivo in campionato.

Dal punto di vista tattico Maran dovrà decidere se optare per il modulo principe o attuare un’alternativa: se dovesse essere 4-3-3, Bellusci parte favorito su Rolin al centro della difesa insieme a Legrottaglie. A centrocampo potrebbe nascere il ballottaggio Salifu-Ricchiuti mentre davanti insieme a Barrientos e Castro solita staffetta Morimoto-Doukara, con il franco-senegalese leggermente in vantaggio. L’alternativa è costituita dal 3-5-2 : Bellusci-Legrottaglie-Rolin il terzetto dietro. Izco(se dovesse farcela) o Alvarez sulla destra, Marchese a sinistra e Barrientos mezzala con Lodi e Almiron. Davanti Castro in appoggio a Morimoto (o Doukara).