L’Instituto di previdenza ha pubblicato gli ultimi dati riguardanti la situazione delle pratiche per la cassa integrazione in deroga avviate in Sicilia.
Secondo l’ultimo aggiornamento, alle 20 di domenica sera sono state autorizzate dall’Inps 3.778 pratiche. In totale, sono 4.022 i decreti inviati dalla Regione Sicilia all’Instituto nell’ambito delle prestazioni previste dal decreto ministeriale “Cura Italia”.
Si questi, 224 sarebbero ancora in fase di verifica. I decreti trasmessi dalla Regione interessano 9.666 lavoratori siciliani, per un ammontare di ore di Cigd autorizzate di 2.113.737. Le somme impegnate per il pagamento delle pratiche approvate arriva a 17.121.269,70 euro.
Nella serata di ieri il sindaco di Palermo e presidente di Anci Sicilia Leoluca Orlando aveva lanciato l’allarme sui ritardi nella gestione delle pratiche da parte della Regione.
“Non posso che sollecitare la Regione per una accelerazione di queste pratiche”, ha dichiarato Orlando. “La condizione di emergenza ha colpito in particolare il lavoro non strutturato nei settori del commercio, della ristorazione, del turismo e del terziario per il quale è necessario intervenire attraverso in modo tempestivo”.
“Si tratta di evitare una ulteriore situazione di tensione che si aggiungerebbe a quella che già vivono le fasce più deboli della popolazione destinatarie dei buoni alimentari e che sta creando un ulteriore appesantimento nei confronti dei Comuni, proprio per il sovraccarico di richieste di interventi alimentari di prima necessità”.
Nei giorni scorsi il sindaco di Palermo aveva criticato l’operato del Governo nazionale e dell’amministrazione Regionale, che con i loro ritardi starebbero causando il deterioramento del rapporto dei cittadini con i propri sindaci.
“Basta con il balletto fra Governo e Regioni che scarica sui sindaci la responsabilità del rapporto con i cittadini in questo momento difficilissimo”.
Le risposte arrivate dal Governo nazionale, fatta eccezione per il provvedimento minimo ed indispensabile per fronteggiare l’emergenza alimentare che ha colpito decine di migliaia di famiglie, sono ancora del tutto inadeguate e insufficienti.
Fin da subito e fino ad ora la maggior parte dei sindaci e l’ANCI hanno tenuto un profilo altamente istituzionale, attenendosi in modo scrupoloso alle, a volte confuse, indicazioni che venivano da tutte le parti.
Sembra che questo profilo istituzionale sia stato del tutto frainteso e mentre tanti si improvvisano virologi, si gioca sulla pelle del tessuto sociale ed economico delle nostre comunità alternando destabilizzanti messaggi: si riapre tutto …non si riapre nulla. La mancanza di regole certe che evitino un ritorno a picchi di contagio rende irrilevante e dannosa la fissazione di date!”
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