Sono stati condannati a cinque anni di reclusione dal tribunale di Perugia gli imputati nel processo relativo all’espulsione dall’Italia di Alma Shalabayeva tra cui l’ex capo della squadra mobile di Roma Renato Cortese (ora questore di Palermo) e Maurizio Improta, all’epoca dei fatti responsabile dell’ufficio immigrazione e attualmente a capo della polfer.
Loro ed altri sono stati accusati e incriminati per sequestro di persona nei confronti di Alma Shalabayeva, moglie del dissidente kazako Muktar Ablyazov, e della loro figlia Alua. Inoltre, ai soggetti sono contestati diversi episodi di falso e sono stati assolti da una decina dei 20 capi d’imputazione.
Il tribunale ha condannato l’allora giudice di pace Stefania Lavore a due anni e mezzo di reclusione; i componenti della mobile romana Luca Armeni e Francesco Stampacchia a cinque; e quelli dell’Ufficio immigrazione Vincenzo Tramma e Stefano Leoni, rispettivamente a quattro e tre anni e sei mesi di reclusione.
Per Cortese, Improta, Stampacchia e Armeni è stata disposta anche l’interdizione dai pubblici uffici. Assolta per questo reato invece il giudice Lavore.
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