Condanne confermate per i membri di un clan vicino a Messina Denaro

Dodici condanne per mafia relativi alla maxi inchiesta “Icaro” sono diventante definitive. La Cassazione ha infatti deciso di non accogliere i ricorsi presentati dai legali difensori.

Tra i condannati risulta Pietro Campo, 67 anni, di Santa Margherita Belice (Ag). Per Campo, fedelissimo del boss Matteo Messina Denaro ritenuto dagli inquirenti un “esponente di vertice dell’organizzazione criminale nel territorio”, è stata confermata la pena a 14 anni di reclusione in continuazione con una sentenza precedente.

Gli arresti risalgono al dicembre del 2015. In quell’occasione la Squadra Mobile di Agrigento riuscì a individuare e decimare le nuove famiglie mafiose della provincia riunitesi sotto il comando di Pietro Campo.

Condanna definitiva anche per Antonino Iacono, 64 anni, ritenuto il capo della cosca di Agrigento (14 anni e 8 mesi).

Gli altri condannati in via definitiva sono: Francesco Messina, 61 anni, considerato il nuovo capo della famiglia di Porto Empedocle (14 anni e 18 mesi); Francesco Capizzi, detto “il milanese” (10 anni); Francesco Tarantino, detto “Paolo” (10 anni); Mauro Capizzi, 47 anni, di Ribera (10 anni e 8 mesi); Santo Interrante, 34 anni, di Santa Margherita Belice (10 anni); Giacomo La Sala, 47 anni, di Santa Margherita Belice (10 anni e 4 mesi); Rocco D’Aloisio, 46 anni, di Sambuca di Sicilia (10 anni); Tommaso Baroncelli, 40 anni, di Santa Margherita Belice (8 anni e 8 mesi).

È stata confermata la condanna a 9 anni per Diego Grassadonia, 54 anni di Cianciana. La pena prevista nei suoi confronti era stata abbassata da 10 a 9 anni in appello, grazie all’esclusione dell’aggravante di essere stato un capo promotore.

Condanna confermata anche per Giuseppe Lo Pilato, 47 anni, di Giardina Gallotti. Lo Pilato era stato assolto in primo grado; mentre in appello era stata decisa una condanna a 9 anni di reclusione per associazione mafiosa, condanna ora confermata dalla Cassazione.

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