Cartelle esattoriali a Palermo, il Comune dice no allo stralcio
Il Comune non aderisce allo stralcio parziale delle cartelle fino a mille euro, relative agli anni che vanno dal 2000 al 2015. I palermitani non potranno, dunque, usufruire automaticamente dell’annullamento degli interessi e delle sanzioni. In sintesi, i contribuenti dovranno pagare anche se per l’agente della riscossione sarà complicato incassare.
Il presidente del Consiglio comunale, Giulio Tantillo spiega: “Il dibattito che ha portato all’approvazione della delibera consiliare relativa allo stralcio delle cartelle esattoriali, al di là delle legittime posizioni espresse dalle singole forze politiche così come dalla maggioranza e dalla opposizione, ha evidenziato la comune volontà di non gravare ulteriormente i cittadini e le famiglie, in questo momento di grave difficoltà economica per la nostra comunità. Il tutto senza rinunciare a somme dovute all’amministrazione che costituiscono un importante elemento di entrata contabile nella difficile situazione finanziaria del nostro Comune.
Credo che l’approvazione di un ordine del giorno, che fornisce chiare indicazioni all’amministrazione affinché tutti i cittadini siano informati e possano accedere alla cosiddetta “rottamazione” prevista dalle norme nazionali, rappresenti il punto di unione tra le diverse posizioni emerse, volte comunque a unire rigore nella tenuta contabile e rispetto per le difficoltà dei contribuenti”.
“Una scelta, quella della Giunta Lagalla che, come abbiamo fatto rilevare nel corso del dibattito d’aula, non è motivata da alcun dato oggettivo che ne dimostri la convenienza per le casse del Comune e per i cittadini. Una grave carenza istruttoria della proposta di delibera che ha causato più volte il rinvio del Consiglio comunale per superare le divisioni interne alla maggioranza. Davanti all’improvvisazione della Giunta, nell’impossibilità di valutare l’effettivo impatto sulle casse dell’Ente e a fronte dei prevedibili svantaggi per i cittadini che, per avvalersi dello stralcio, saranno gravati da adempimenti burocratici e dei relativi costi, non potevamo che decidere di astenerci”. Lo dichiarano le consigliere e i consiglieri del Pd, di Progetto Palermo e del Movimento 5 Stelle.
Per i capogruppo di maggioranza invece: “L’approvazione del diniego dello stralcio parziale dei crediti vantati dagli Enti Locali è la conferma del percorso irreversibile di risanamento dei conti del Comune di Palermo. Con questo ulteriore atto, fortemente voluto dall’Amministrazione Lagalla e dal vicesindaco Varchi, l’Ente non rinuncerà a somme legittimamente vantate, ma allo stesso tempo sul cittadino non graverà nulla di più di quanto dovuto come sorte capitale, in virtù della riconosciuta possibilità di stralcio di interessi e sanzioni attraverso l’adesione a forme agevolate di pagamento con la c.d ‘rottamazione quater’. Sorte capitale che sarebbe comunque dovuta dal cittadino, perché la norma nazionale non prevede lo stralcio totale delle cartelle relative ai tributi locali.
Inoltre, in Consiglio è stato approvato un ordine del giorno, su iniziativa dei gruppi di maggioranza, con il quale si impegna l’Amministrazione, da un lato, ad assumere ogni pertinente misura affinché il cittadino possa essere accompagnato a un proficuo utilizzo del cassetto tributario e delle procedure per le definizioni agevolate delle posizioni pendenti, dall’altro, a porre in essere ogni necessaria e utile azione volta ad aumentare la riscossione dei tributi in città, l’origine di tutti i problemi e condizione negativa che abbiamo ereditato. Un pacchetto di misure che coniuga rigore e comprensione. Si consolida, così, passo dopo passo, la credibilità dell’Amministrazione davanti alla Città e ai cittadini, soprattutto fa presentare a testa alta Palermo in fase di sottoscrizione dell’Accordo con lo Stato per salvare i conti e ridare servizi alla città”. Lo dichiarano Domenico Bonanno (Democrazia Cristiana), Gianluca Inzerillo (Forza Italia), Giuseppe Milazzo (Fratelli d’Italia), Dario Chinnici (Lavoriamo per Palermo) e Alessandro Anello (Lega – Prima l’Italia).