Cronaca

Buoni spesa a Palermo per 7,7 mln, ma 430mila € ancora non spesi

Il Comune di Palermo ha erogato dall’inizio della pandemia 7,7 milioni di euro per il sostegno delle famiglie e delle persone in difficoltà. Ulteriori 4 milioni sono ancora disponibili e saranno erogati in parte prima di Pasqua e in parte nei prossimi mesi.

A beneficiare degli aiuti alimentari, erogati sotto forma di buoni spesa o tramite la fornitura diretta di beni di prima necessità, sono state complessivamente circa 20 mila famiglie (per la precisione 19.430, pari a 58.740 cittadini) cui vanno aggiunti circa mille non residenti nel Comune di Palermo e circa millecinquecento persone assistite a domicilio in quanto in quarantena per il Covid.

Per la prima volta, i buoni spesa sono divenuti “digitali” trasformando le tessere del Codice Fiscale in dei veri e propri “bancomat” da utilizzare in circa 300 punti vendita convenzionati in città.

“Una organizzazione complessa – afferma il Sindaco – frutto di un grande e inestimabile impegno dei dipendenti comunali coinvolti in diversi uffici a partire da quelli delle politiche sociali. Numeri impressionanti quasi il 9% della popolazione residente in città che ha richiesto l’assistenza: dati che forniscono l’idea della crisi economica e sociale che ha colpito la nostra comunità in conseguenza del diffondersi del contagio e dell’adozione delle misure restrittive.

Il 5% delle somme ancora non spese

Una crisi cui però c’è stata una risposta di comunità che ha coinvolto centinaia di persone, associazioni, enti e che ha dato il segno di una solidarietà tangibile perché nessuna famiglia rimanesse da sola di fronte alla difficoltà.”
Nonostante questo, non si può non segnalare come circa il 5% delle somme, oltre 430 mila euro già erogati ai beneficiari, risultino ancora non spesi.

“In alcuni casi – spiega l’Assessore Mattina – perché si tratta di pochi centesimi residuali nelle tessere di alcune famiglie ma in altri casi perché a partire da novembre con l’avvio di controlli massicci sia da parte del Comune sia in collaborazione con la Guardia di Finanza, è stato possibile individuare diversi casi sospetti, che hanno probabilmente indotto alla prudenza chi non era del tutto sicuro di aver fatto dichiarazioni corrette.”

A conferma di questo sospetto, il fatto che in seguito dell’avvio dei controlli, proprio a gennaio vi è stato un crollo delle domande, solo 2.710.

“Si tratta ovviamente di un calo fisiologico – afferma ancora Mattina – dovuto al fatto che migliaia di lavoratori che durante il lockdown avevano perso del tutto ogni forma di reddito hanno ripreso la propri attività, oppure nel frattempo hanno avuto accesso al reddito di cittadinanza o al reddito di emergenza, ma è innegabile che qualche centinaio di furbetti è stato individuato e sanzionato.”

Nel tempo sono diminuite le famiglie che hanno chiesto l’aiuto del Comune, appunto dalle circa 20.000 del periodo del lockdown fino alle circa 2.500 attualmente assistite tramite buono spesa e altrettante con la fornitura diretta di beni.

Coinvolte associazioni ed enti di volontariato

Coinvolte nelle attività di aiuto e assistenza diretta, tramite la distribuzione o la consegna a domicilio di beni di prima necessità, anche 23 associazioni ed enti di volontariato che hanno ricevuto contributi fra 550mila e 30mila euro stipulando apposite convenzioni con l’Amministrazione.

Un sistema che il Comune aveva avviato già a fine marzo in pieno lockdown, definendolo come una “Centrale unica degli aiuti alimentari” e che coinvolgeva oltre all’Amministrazione comunale, la Protezione civile e appunto il mondo del volontariato e dell’associazionismo fra cui Caritas, Croce Rossa, alcune reti di quartiere, diverse parrocchie ed enti religiosi di diverse confessioni.

A partire da lunedì saranno erogati ai beneficiari i fondi relativi ai mesi di novembre e dicembre. Da gennaio infatti i pagamenti erano stati sospesi sia per la necessità di approfondire i controlli sia per la complessa gestione burocratica delle somme che hanno origine in tre distinti finanziamenti dalla Protezione civile regionale e dall’Unione Europea per tramite della Regione e che non possono per legge essere usati simultaneamente, costringendo gli uffici ad applicare di volta in volta procedure di selezione dei beneficiari e di rendicontazione della spesa diversi.

La complessa gestione burocratica è stata però facilitata dal massiccio ricorso alle procedure telematiche e digitali per l’invio e la gestione delle domande, così come della comunicazione con i beneficiari. Proprio in queste ore infatti, tutti coloro che avevano fatto la domanda fino a dicembre sono stati contattati con sms per confermare, dopo i controlli degli uffici, le proprie domande. In poche ore quasi 6.000 persone hanno completato tutta la procedura online.

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Redazione

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