Borsellino, Cisl Sicilia: “Anno dopo anno, cordoglio, pena e lutto”
Trent’anni fa la Sicilia viveva la stagione delle stragi di mafia. E trent’anni come oggi, alle 16,58 del 19 luglio 1992, l’esplosione di via D’Amelio spazzava via, assieme alla Fiat 126 imbottita di tritolo lì posteggiata, la vita di Paolo Borsellino e degli agenti della sua scorta: Emanuela Loi, Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina e Vincenzo Li Muli.
“Il sacrificio di quegli uomini, a Capaci prima in via D’Amelio poi, non lo dimenticheremo mai”, le parole di Sebastiano Cappuccio, segretario della Cisl Sicilia. Anzi, il rinnovarsi delle scadenze, anno dopo anno, “rinnova puntualmente in noi il sentimento di cordoglio, di pena, di lutto per quello che è accaduto”.
E ad addolorare tutti, rimarca il sindacato, è pure il senso di frustrazione per le ombre che ancora oggi si allungano su quei fatti, “tra misteri, anomalie, depistaggi. Interrogativi che restano irrisolti nonostante cinque processi in trent’anni. E decine di sentenze”.
Il mondo del lavoro terrà sempre viva la memoria di Paolo Borsellino, di Giovanni Falcone e di tutte le vittime delle stragi mafiose, ripete la Cisl. Per la quale “per puntare a uno sviluppo autentico dell’Isola, libero da mafie e ricatti malavitosi, al centro dell’azione politica vanno messi la cultura della legalità e assieme logiche di investimento produttivo e misure di inclusione e tutela sociale. E’ questo che anche oggi rivendichiamo”, scrive il sindacato.
“Ed è questo che ci aspettiamo da tutti i governi, nel presente e nel futuro. In sede locale, regionale e nazionale”.