Cronaca

Berlusconi e Dell’Utri di nuovo indagati per stragi di mafia del ’93

Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri sono stati iscritti nel registro degli indagati a Firenze, come presunti mandanti della stagione stragista degli anni Novanta. L’avvocato di Berlusconi Niccolò Ghedini ha già ricordato più volte che sul punto l’ex premier è stato già scagionato nel passato da ogni possibile accusa e che queste nuove accuse sono infamanti.

L’inchiesta

La procura di Firenze ha già ottenuto dal giudice delle indagini preliminari la riapertura del fascicolo, archiviato nel 2011, e ha delegato nuovi accertamenti alla Direzione investigativa antimafia. Obiettivo, passare al setaccio le parole pronunciate in carcere dal boss Giuseppe Graviano, intercettato dai pubblici ministeri palermitani del processo ‘Trattativa Stato-mafia’ mentre parlava dell’ex presidente del Consiglio e dall’ex senatore di Forza Italia in carcere per scontare una condanna a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa.
Berlusconi e le stragi del ’93, Bolzoni: “Un’inchiesta infinita”

Le intercettazioni di Graviano

La riapertura delle indagini partirà dalle parole del boss palermitano di Brancaccio, Giuseppe Graviano, che, intercettato il 10 aprile 2016 nel carcere di Ascoli, si lascia andare a confidenze con il compagno d’aria Umberto Adinolfi. «Berlusconi mi ha chiesto questa cortesia, per questo c’è stata l’urgenza – diceva Graviano, in carcere da 23 anni – . Lui voleva scendere, però in quel periodo c’erano i vecchi, lui mi ha detto: ci vorrebbe una bella cosa. Trent’anni fa, venticinque anni fa, mi sono seduto con te, giusto? Ti ho portato benessere. Poi mi è successa una disgrazia, mi arrestano, tu cominci a pugnalarmi. Per cosa? Per i soldi, perché ti rimangono i soldi… ».

Il 13 settembre, nel corso dell’audizione davanti alla Commissione bicamerale presieduta da Rosy Bindi, il sostituto procuratore nazionale antimafia Nino Di Matteo aveva ricordato che Giuseppe Graviano, tra i principali protagonisti (lui e il suo mandamento di Brancaccio) della fase esecutiva della strage di Via D’Amelio è – lo sappiamo da sentenza definitiva – il principale protagonista degli attentati a Roma, Firenze e Milano del 1993.

Quattordici mesi di intercettazioni sono state depositate al processo di Palermo, nel giugno scorso (dove è indagato Dell’Utri), ma ci sono centinaia di omissis in quelle carte. Tutto il dossier è stato invece inviato dai pm Di Matteo, Del Bene, Tartaglia e Teresi alle procure di Firenze e Caltanissetta, che indagano rispettivamente sulle stragi del 1993 e quelle del 1992. Ed ecco le nuove indagini. Firenze ha riaperto, Caltanissetta sta valutando.

Redazione

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