Bar Tribunale Palermo, proprietari nei guai dopo lo scandalo

Ha chiuso definitivamente a luglio il bar del tribunale di Palermo dopo lo scandalo sollevato dal programma di Italia 1, Le Iene, da cui è scaturita l’apertura di un fascicolo giudiziario.

I titolari erano stati accusati da due impiegate che avevano fatto riprendere alle telecamere nascoste la restituzione di parte degli stipendi, che sarebbe avvenuta con regolarità in favore dei datori di lavoro.

Dopo la denuncia di sei degli undici dipendenti, l’inchiesta della magistratura ha evidenziato come in oltre dieci anni di lavoro essi non abbiano percepito retribuzioni per circa un milione, lavorato fino a cinque ore in più ogni giorno rispetto a quanto previsto dal contratto part time e a fine mese erano costretti a restituire in contanti fino a 300 euro del loro stipendio mensile, tredicesima compresa oltre a tutta la quattordicesima, che nessuno di loro ha mai potuto spendere alla fine: 500 euro di stipendio in portafoglio per oltre 50 ore di lavoro.

Inizia così una battaglia legale tra i dipendenti rappresentati dell’avvocata Nadia Spallitta che puntano ad ottenere il differenziale degli stipendi oltreché l’indennità di fine rapporto non pagati e la società Solemare, che nel frattempo è stata messa in liquidazione.

Anche la procura della Repubblica si è attivata per indagare su eventuali responsabilità penali. I sostituti Eugenio Faletra e Sergio Mistritta, coordinati dalla procuratrice aggiunta Annamaria Picozzi, hanno aperto un fascicolo con l’ipotesi di reato di sfruttamento del lavoro nero e caporalato. Due reati ai quali si potrebbe aggiungere quello di estorsione dopo le tre denunce presentate da altrettante dipendenti, assistite dagli avvocati Valeria Minà e Claudio Gallina Montana.

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