Bancarotta dei negozi Mazzara a Palermo, arrestati i tre fratelli

I finanzieri del Comando Provinciale di Palermo hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal G.I.P. del Tribunale del capoluogo nei confronti di 3 soggetti, destinatari della misura degli arresti domiciliari e della misura interdittiva del divieto temporaneo di esercizio di attività d’impresa per la durata di dodici mesi, procedendo, contestualmente, al sequestro preventivo delle quote societarie di due società e di un negozio di abbigliamento ancora attivo a Palermo.

I destinatari del provvedimento cautelare sono Mazzara Vito (cl. 55), Mazzara Vincenzo (cl. 62), Mazzara Marco (cl. 94),imprenditori storicamente attivi nel settore della vendita di abbigliamento, ai quali vengono contestati a vario titolo i reati di bancarotta fraudolenta, autoriciclaggio e reimpiego di capitali illeciti.

Le indagini condotte dagli investigatori del Gruppo Tutela Mercato Capitali del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Palermo hanno permesso di disvelare un complesso ed articolato “sistema di società”, pensato e realizzato da un’unica regia riconducibile agli indagati, nell’ambito del quale le persone giuridiche coinvolte, alle quali hanno fatto capo nel tempo 7 punti vendita ubicati in zona Resuttana – San Lorenzo e in zona Politeama erano una la continuazione aziendale dell’altra, con analogo oggetto sociale, soci e coincidenza di sedi operative ed asset aziendali.

Gli indagati, secondo uno schema illecito reiterato nel tempo, svuotavano ciclicamente le società mediante cessione ed affitti di rami d’azienda. Una volta lasciate in grave stato di decozione, le società fallivano ma l’attività di vendita al dettaglio di abbigliamento continuava con una nuova compagine appositamente costituita.

Sono tre le società fallite nel breve arco temporale dal 2015 al 2018 che hanno accumulato un passivo fallimentare per circa 4,5 milioni di euro a danno dei fornitori e dell’Erario (nei cui confronti il debito è pari ad oltre 2 milioni di euro).

Il collaudato schema fraudolento è stato da ultimo replicato con due ulteriori società di recente costituzione, che hanno già accumulato altri cospicui debiti pari a oltre 400.000 euro, oggetto dell’attuale provvedimento di sequestro unitamente all’unico punto vendita ancora attivo nel centro di Palermo.

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