Avvelenati dal tallio, arrestato il nipote: uccisi nonni e una zia
Avvelenati dal tallio. Arrestato il presunto responsabile dell’avvelenamento da tallio di un’intera famiglia nel Monzese: si tratta di Mattia Del Zotto, 27 anni. I carabinieri lo hanno fermato questa mattina. Il giovane è ritenuto responsabile dell’omicidio del nonno 94enne e di una zia 67enne (morti il 2 ottobre) e della nonna 83enne (morta il 13 ottobre), avvenuta “a mezzo somministrazione di solfato di tallio”.
Gli omicidi, stando alla ricostruzione delle indagini, sono stati premeditati. Il ragazzo è ritenuto responsabile anche del tentato omicidio di altre 5 persone: nonni materni, marito della zia morta, altra zia e badante dei nonni paterni.
Avvelenamento da tallio: indagini lunghe e difficili
Il tallio è un metallo letale per l’organismo. Martedì 5 dicembre i carabinieri del Gruppo di Monza, guidati dal tenente colonnello Simone Pacioni, e della compagnia di Desio, diretti dal capitano Mansueto Cosentino, avevano comunicato i risultati delle indagini sui campioni repertati nella villa di via Padova dove vivono i coniugi Palma.
I tecnici dell’Istituto zooprofilattico di Torino hanno infatti isolato tracce di tallio in alcune erbe sminuzzate usate per realizzare infusi che gli anziani conservavano in una terrina.
Sia le tre vittime, sia i primi tre avvelenati, avevano infatti soggiornato nella casa nello stesso periodo. Per questo si era ipotizzato che il veleno fosse stato assunto accidentalmente attraverso il cibo.
Avvelenamento da tallio: le prime ipotesi
Si era pensato alle patate usate per fare il puré, poi a un vecchio topicida (fino a trent’anni fa il tallio veniva usato contro i roditori, poi è stato bandito). Era comparsa anche la pista del tallio presente negli escrementi dei piccioni che infestavano il granaio della casa di Varmo, e infine l’ipotesi di una contaminazione del pozzo.
Qui gli investigatori hanno campionato oltre 70 alimenti in cerca delle tracce del tallio. La svolta era poi arrivata invece dalla casa di via Padova e dalle erbe usate per l’infuso. E la conferma che nulla era accaduto per caso, ma che si doveva dare la caccia a un avvelenatore.
E adesso si fa concreta la spiegazione più drammatica: tutti delitti premeditati, secondo la ricostruzione emersa dalle indagini. Al 27enne viene contestato anche il tentato omicidio di ulteriori 5 persone (nonni materni, marito della zia deceduta, altra zia e badante dei nonni paterni).