Assistenza disabili Sicilia. Nel corso della grave emergenza sociale e sanitaria che stiamo vivendo in queste settimane, le categorie più deboli soffrono in maniera particolare. Se l’obbligo di isolamento sta provocando complicazioni e imprevisti per tutti, ci sono persone in Sicilia che si sono ritrovare a vivere situazioni di grande difficoltà.
Ad esempio, molti studenti disabili siciliani si sono trovati all’improvviso senza l’assistenza di cui hanno bisogno. Il decreto legge 14/2020 dello scorso 9 marzo ha previsto che durante la sospensione del servizio scolastico “gli enti locali possono fornire, tenuto conto del personale disponibile, l’assistenza agli alunni con disabilita’ mediante erogazione di prestazioni individuali domiciliari, finalizzate al sostegno nella fruizione delle attività didattiche a distanza”.
Ma sono molteplici gli ostacoli all’attuazione del provvedimento. Intanto, la norma prevede che le amministrazioni locali possano offrire le loro attività di sostegno nel caso di presenza di “personale disponibile”. In questa situazione di emergenza però gli enti locali stanno faticando a trovare operatori preparati all’assistenza in numero sufficiente per coprire le esigenze di tutti gli interessati.
Bisogna considerare anche le diverse difficoltà pratiche di attuazione della misura. I progetti elaborati specificatamente per l’ambiente scolastico non sempre possono essere convertiti agevolmente in attività adatte all’ambito domestico. Inoltre, al momento non è possibile concordare variazioni dei progetti con gli operatori delle Asl.
Un’altra questione della massima importanza è il rischio di contagio per gli studenti disabili, già di per sé fragili. In occasione dell’assistenza domiciliare infatti gli operatori espongono i ragazzi con disabilità, già di per sé con condizioni di salute fragili in molti casi, al pericolo di contrarre il virus. Il pericolo è dovuto anche e soprattutto all’impossibilità di garantire livelli minimi di sicurezza, dato che i dispositivi di protezione come mascherine e guanti sono difficilmente reperibili.
Numerose le denunce che giungono quotidianamente alla nostra testata di famiglie di disabili che hanno dovuto sospendere la riabilitazione a causa dell’emergenza sanitaria, tra loro la mamma di una bimba palermitana di 4 anni, che a causa della quarantena obbligatoria ha dovuto interrompere le sedute di riabilitazione necessarie per la sua salute.
Altri due ragazzi disabili di Palermo, i fratelli Pellegrino, hanno pubblicato un appello sui propri profili social. Alessio e Gianluca Pellegrino sono conosciuti grazie alla loro lotta per il riconoscimento dei diritti delle persone non autosufficienti in Sicilia.
Il programma televisivo di Italia 1 Le Iene ha seguito in diverse occasioni le loro battaglie. I loro servizi hanno portato nel 2017 alle dimissioni dell’assessore regionale al Lavoro e alle Politiche Sociali Gianluca Miccichè.
Questa volta i due fratelli hanno denunciato su Facebook la mancanza di dispositivi di sicurezza individuali sia per loro, e soprattutto per gli operatori sanitari che li assistono nelle diverse fasi del giorno. Vivendo soli a casa, hanno bisogno di assistenza a domicilio, ed entrano quindi in contatto con tante persone diverse.
Al loro appello ha fortunatamente risposto un manager di Biella, che ha spedito a Palermo un pacco con dei kit di sicurezza completi in poco tempo e a titolo completamente gratuito. Sicuramente una buona notizia, ma – dicono Alessio e Gianluca – non tutti possono fare affidamento sulla generosità delle persone: in queste occasioni dovrebbe essere presente lo Stato.
I decreti ministeriali, pubblicati urgentemente nei giorni scorsi per introdurre le misure restrittive necessarie al contenimento del Coronavirus, non sempre hanno considerato in maniera dettagliata anche le necessità delle persone disabili.
Il presidente di Confasi Sicilia Davide Lercara ha denunciato che nel decreto “Cura Italia” non sono previsti benefici per i disabili. Il decreto ministeriale, che contiene le misure per tamponare le difficoltà economiche che si verranno a creare per aziende e privati in questo periodo, è stato pubblicato giorno 17 marzo. “E’ curioso, di contro, notare come sono aumentati i giorni di permesso per chi usufruisce della Legge 104 per l’assistenza ai disabili – dice Lercara – con l’unica finalità di far stare a casa i dipendenti”.
Il Codacons ha proposto all’Anci (Associazione nazionale Comuni italiani) di avviare dei “Progetti di utilità collettiva” (Puc) che prevedano l’impiego dei percettori di Reddito di Cittadinanza per svolgere lavori di pubblica utilità. Secondo l’associazione dei consumatori, attraverso questa iniziativa i Comuni avrebbero meno problemi nel reperire volontari in grado di aiutare le fasce di popolazione più deboli. Sempre garantendo i necessari livelli di sicurezza, potrebbero ad esempio consegnare farmaci o la spesa ad anziani e disabili impossibilitati ad uscire dal proprio domicilio.
Secondo il sindaco di Palermo Leoluca Orlando però per attivare i Puc servono dei fondi nazionali, che non sono ancora stati sbloccati dal Governo centrale. Orlando ricorda chiunque, e quindi anche i precettori del Rdc, possono presentarsi alla Protezione Civile come volontari e ricevere istruzioni per essere formati sulle attività di asssitenza.
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