Ars, si riparte dai disastri della sanità e dal “rebus” Borsellino
Dalla piccola Nicole morta in ambulanza a Catania al caso del direttore del 118 trasportato in elicottero dalla Sardegna, alle annunciate dimissioni dell’assessore Lucia Borsellino, ormai di fatto rientrate: i guai del settore sanitario hanno preso il posto di quelli dell’economia visto che all’Ars il bilancio appare una chimera.
All’ordine del giorno dei lavori la relazione dell’Assessore Borsellino sulle vicende calde di questi ultimi giorni e sulle dimissioni preannunciate e rapidamente “dimenticate”: addirittura non è certo che la Borsellino si presenti in aula perché in questi giorni frenetici in cui avrebbe dovuto abbandonare, sta lavorando più del solito per venire a capo delle tante disfunzioni.
La prima mossa è stata quella di avviare la procedura di revoca dell’accreditamento della clinica Gibiino, dove ha partorito la mamma di Nicole (ricoverata per un malessere dopo l’enorme stress subito), la seconda è la richiesta di sospendere Gaetano Marchese, il responsabile del 118 che ha usato l’elicottero del servizio per farsi portare da Alghero a Palermo: la Borsellino ha dichiarato che nessuna richiesta di autorizzazione in tal senso era pervenuta in assessorato e che della vicenda ha appreso dalla stampa.
Ma c’è anche il caso del bimbo di due anni curato a Trapani con la tachipirina e morto per una meningite fulminante.
Sarà interessate vedere se le opposizioni terranno ancora un profilo morbido nei confronti dell’Assessore che, certamente, non può essere il capro espiatorio ma nemmeno può tirarsi fuori dalle responsabilità visto che, a vario titolo, è ai vertici della sanità siciliana da oltre quattro anni.
In Aula si dovrebbe discutere anche il Dpef,Documento di programmazione economica e finanziaria. Tema che dovrebbe essere propedeutico al bilancio e alla finanziaria 2015. Solo che di questa manovra si parla molto fuori dal Parlamento, ma dentro l’Ars di documenti ufficiali circa tagli e riforme annunciati non ce ne sono.
L’unico bersaglio certo sono i dipendenti (e forse anche i pensionati) regionali, nonché l’ampio bacino del precariato: se si trattasse di tagliare sprechi la strategia potrebbe anche essere condivisa, soprattutto se fosse mirata ad un recupero di efficienza dell’amministrazione regionale.
Ma, come nello stile ormai consolidato di Crocetta, si punta solo a tagliare e a distruggere e, in seno al Parlamento regionale, cresce il malcontento per questo accanimento che appare fine a se stesso.