Arrestati 5 presunti scafisti, accusati anche di tortura

In data 27 gennaio u.s. il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Agrigento ha convalidato il provvedimento di Fermo emesso dalla DDA di Palermo e ha adottato un’ordinanza cautelare che ha disposto la misura della custodia in carcere a carico di cinque indagati.

Il provvedimento restrittivo è stato eseguito lo scorso 24 gennaio dalla Polizia di Stato su delega della Procura della Repubblica di Palermo nei confronti di cinque cittadini stranieri, indiziati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina aggravata, nonché dei delitti di tortura e sequestro di persona.

L’indagine è stata avviata dalla Polizia di Stato, coordinata dalla Procura di Palermo, a seguito di due sbarchi avvenuti a Lampedusa lo scorso 26 dicembre.

Nell’occasione a seguito delle preliminari attività investigative svolte a Lampedusa da personale specializzato, sono state acquisite rilevanti informazioni in ordine ad un traffico di esseri umani, in prevalenza di origine bengalese, dalle coste libiche fino ai confini nazionali.

In proposito alcuni migranti avrebbero denunciato le violenze subite nelle safehouse libiche per tutto il tempo della loro permanenza all’interno del compound e fino a poco prima della partenza verso le coste siciliane.

Dalle progressioni investigative si è appreso che le vittime della tratta, dopo aver versato nel loro paese d’origine le quote necessarie per il loro trasferimento in Libia, venivano recluse all’interno dei citati centri fino al pagamento di un’ulteriore quota per il successivo trasbordo sul territorio nazionale.

In tale contesto investigativo, in cui si è delineato un network criminale di natura internazionale, sono stati identificati i cinque indagati, 3 bengalesi e 2 sudanesi giunti a Lampedusa lo scorso 26 dicembre insieme alle loro vittime, ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla tratta ed al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, nonché sequestro di persona e tortura.

I provvedimenti cautelari personali disposti dal GIP di Agrigento accolgono un quadro indiziario a carico degli indagati la cui responsabilità penale sarà definita nelle successive fasi processuali in ossequio ai principi costituzionali di presunzione di innocenza.