Amat restituisce il tram al Comune, o almeno è questa l’intenzione palesata dalla società in una nota del 14 giugno scorso.
I conti dell’Amat sono pericolosamente in rosso e la società si dice pronta a riconsegnare il tram al comune di Palermo a partire dal prossimo primo agosto.
Il sindaco Leoluca Orlando ha ordinato alle partecipate di cancellare decine di milioni di euro di disallineamenti, il Movimento cinque stelle lancia l’allarme sulla situazione dell’azienda che si occupa del trasporto pubblico e quindi anche del tram.
“La società non è in grado di adottare un budget per l’anno 2018 che preveda un equilibrio di gestione”, scrive Antonio Gristina presidente della società: nel 2017 la perdita è di 6,5 milioni, senza tram sarebbe in attivo di 440 mila euro; il primo trimestre 2018 è in rosso per 1,8 milioni, senza tram avrebbe un surplus di 300 mila euro. Il problema sembra quindi proprio il tram che quindi Amat è pronto a restituire al Comune di Palermo.
Sulla questione è intervenuto Fabrizio Ferrandelli, leader dell’opposizione a Palazzo delle Aquile, che, ha ribadito il suo no alle nuove linee: “L’Amat dalla votazione del consolidato ne esce compromessa e con una nota si dice pronta a riconsegnare il tram. Non credo sia il caso di aggiungere altro, se non di bloccare immediatamente le nuove linee del Tram”.
“Con la direttiva di oggi il sindaco ne certifica la morte – continua – Bisogna bloccare le nuove linee e rivedere immediatamente contratto di servizi di Amat. Lo sostenevamo da mesi, e i dati ci hanno dato ragione, che il Tram era una follia. Non buttiamo altri soldi, non condanniamo a morte Palermo”.
Il Sindaco di Palermo ha disposto la costituzione di un gruppo di lavoro, di cui fanno parte gli assessori competenti (Sergio Marino e Antonio Gentile) nonché i dirigenti dei settori interessati (Maneri, Basile, Mandalà) oltre all’Avvocatura comunale e la dirigenza dell’azienda, per l’avvio di una azione legale nei confronti della Regione su due versanti:
– il primo è quello del mancato saldo delle somme dovute e già riconosciute e quello relativo ai tagli al contributo regionale apportati in corso di esercizio, cioè quelle riduzioni del contributo decise unilaterlamente della Regione al termine degli anni finanziari quando però i servizi erano già stati svolti. Si tratta complessivamente di circa 60 milioni di euro di crediti ed una riduzione del 25% del contributo.
– il secondo è quello del mancato riconoscimento del tram come mezzo di trasporto pubblico. La Sicilia è infatti l’unica regione che non corrisponde un contributo per l’esercizio dei tram nelle città che ne sono dotate.
“Siamo perfettamente coscienti delle criticità vissute dall’azienda – afferma Orlando – di fronte ad una politica di tagli portata avanti dalla Regione in modo indiscriminato e privo di qualsiasi logica che non fosse quella del fare cassa sulla pelle dei cittadini e delle amministrazioni comunali. Il trasporto pubblico rappresenta un servizio essenziale sul quale l’investimento pubblico non può mancare. Confidiamo nel fatto che da parte di tutti vi sia un ritorno al buon senso, auspicando che su questo si possa al più presto avviare un confronto istituzionale.”
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