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Alle origini del Comune di Palermo: oggi convegno e mostra

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Alle origini del Comune di Palermo: oggi convegno e mostra

Palermo – Alle origini del Comune di Palermo ovvero la prima
organizzazione politico-amministrativa moderna della città attraverso i
documenti storici.
Sono i Capitoli dei Giurati (Capitula Juratorum), emanati da Federico
III d’Aragona nel 1309, conservati presso l’Archivio storico comunale.
Per celebrare la ricorrenza del loro settimo centenario,
l’Amministrazione comunale ha organizzato una tavola rotonda e
un’esposizione, in programma oggi.

Di mattina, alle 10.30, presso Sala delle Lapidi di Palazzo di
Città, avrà luogo una tavola rotonda sul tema I Capitoli dei Giurati di
Federico III d’Aragona. Alle origini del Comune di Palermo; relatori
Eliana Calandra, direttore dell’Archivio storico comunale; Salvatore
Fodale dell’Università di Palermo; e Pietro Gulotta, già direttore
dell’Archivio storico. Interverranno l’assessore alla Cultura,
Giampiero Cannella, e il presidente del Consiglio comunale, Alberto
Campagna.

Sempre mercoledì, alle 17,30, presso l’Archivio storico comunale (via
Maqueda 157), invece, s’inaugurerà l’esposizione dei Capitula Juratorum
e di altri documenti coevi.

L’iniziativa si svolge nell’ambito della XI Settimana della Cultura
(18 – 26 aprile), promossa dal ministero per i Beni e le Attività
culturali con lo slogan La cultura è di tutti, partecipa anche tu.
Durante la Settimana l’esposizione – che resterà aperta un mese – avrà
i seguenti orari: 10.30 – 18.30; sabato 25 ore 9-13; domenica chiusa;
ingresso libero.
«È una ricorrenza di grande rilievo – sottolinea l’assessore Giampiero
Cannella – perché attraverso i Capitoli dei Giurati è possibile non
solo delineare i rapporti di forza e i giochi di potere nell’ambito del
Governo cittadino alle sue origini, ma anche ricostruire problemi e
bisogni della città, il suo sviluppo urbanistico e le condizioni di
vita di chi l’abitava, nella dialettica tra amministratori e
amministrati, tra i Giurati e la Città».

Poteri e competenze dei Giurati
Fu l’avveduto re aragonese
Federico III (ma II di Sicilia) ad emanare nel 1309 quei Capitula
Juratorum che definiscono competenze e prerogative dei Giurati
cittadini (oggi li chiameremmo assessori ante litteram). Così,
nell’amministrazione dell’Universitas (o Comune), accanto al Baiulo
(capo del governo cittadino) e ai Giudici (magistratura di governo) fu
istituita la Giurazia, un organo collegiale elettivo con le più
svariate funzioni e competenze: dall’edilizia all’annona, dal rispetto
del suolo pubblico alla raccolta dei rifiuti, alla vigilanza sulle
disposizioni reali. L’irrompere di questi ufficiali di altissimo
rilievo sulla scena cittadina sconvolse poteri ed equilibri
istituzionali, ma nel contempo apportò nuova linfa all’amministrazione
di una città difficile da gestire con i suoi mille problemi e le sue
contraddizioni economiche e sociali.
I Giurati erano sei, distinti per quartieri. Al Cassaro, il quartiere
più antico ed importante, competevano due giurati; uno solo per gli
altri quattro, e cioè Albergaria, Kalsa, Seralcadio e Porta Patitelli.
Tra i loro compiti c’era, fra l’altro, quello di ricevere e dare
esecuzione a lettere e mandati regi relativi alle materie di propria
competenza. Avevano anche la facoltà e l’obbligo di convocare il Baiulo
e i Giudici, oltre ad altri ufficiali minori, per l’esecuzione di
lettere e mandati relativi alla sfera di competenza comune.
Ampi i poteri in campo finanziario: dal recupero coattivo di beni e
denari della collettività detenuti illecitamente da terzi, alle spese
per la città (ad esempio, quelle per la realizzazione delle mura), con
facoltà di controllo su tutti coloro che gestivano denaro per conto
dell’Universitas. Avevano, poi, speciali competenze in materia
annonaria: fissavano le mete dei generi di prima necessità e
comminavano le pene ai trasgressori; sorvegliavano la tenuta dei pesi e
misure da parte dei venditori e punivano le loro frodi. Impegnative
anche le competenze in materia di edilizia, sia pubblica che privata:
ordinavano la demolizione delle costruzioni abusive; autorizzavano ogni
nuova costruzione e ricostruzione; stabilivano la larghezza delle
piazze, etc. Avevano, inoltre, il compito di mantenere la pulizia
cittadina, ordinando che tutti i rifiuti venissero portati al di fuori
della cinta urbana.
I Giurati erano autorizzati a portare le armi e dovevano adoperarsi, in
genere, per tutelare lo statum pacificum e l’ordine della città nel
rispetto della legalità. Per le spese minute facevano fede la loro
parola e i quaderni di conti sigillati col loro sigillo. Alla fine
dell’incarico, di durata annuale, dovevano rendere il conto della loro
gestione ai loro successori o a un incaricato della regia corte.
Il ruolo di primo piano dei Giurati nella vita cittadina, come fu
istituito nei Capitoli, in realtà, avvenne gradualmente, tra le
resistenze opposte dal Baiulo e dai Giudici, fino ad allora unici
arbitri della vita cittadina, e conflitti di competenze, per i quali si
ricorreva alla mediazione del sovrano. Il quale già nel 1316, ad
esempio, si trovò costretto ad usare toni piuttosto duri per richiamare
il Baiulo e i Giudici a non usurpare le funzioni dei Giurati. Ovvero
quando, nel 1322, fu chiamato, viceversa, ad intervenire in difesa del
Pretore (dal 1320 è la nuova denominazione del capo del Governo
cittadino, in luogo del Baiulo) e dei Giudici, i quali lamentano come i
Giurati li tenessero all’oscuro delle decisioni prese e denunciavano
losche manovre e presunti abusi da parte di questi ultimi (si parlava
di tangenti e distrazione di somme).
I documenti esposti
Che i Capitoli dei Giurati rientrino in un più ampio disegno regio di
riordinamento e riforma delle autonomie cittadine è dimostrato anche da
altri documenti esposti all’Archivio storico, tra i quali quello
relativo alle modalità di elezione degli ufficiali della città, dalla
composizione del corpo elettorale fino al ballottaggio per mezzo di
lapilli duo, uno bianco e uno nero; nonché dall’approvazione regia, nel
1330, di ulteriori capitoli riguardanti l’Universitas di Palermo, che
sanciscono l’ampliamento dei poteri dei Giurati, i quali vengono
definiti defensuri et acturi et sindici della città, cioè protettori
dei deboli contro i potenti.
Uno dei rari esempi di attività autonoma dei Giurati (non è chiara,
infatti, la suddivisione fra competenze comuni con gli altri organi di
governo) è offerto dal documento datato 30 aprile 1323. Su richiesta di
un cittadino, tale Giovanni de Capha, essi gli concedevano licenza di
costruire una loggia nel piano del Palazzo Reale per macellarvi i tonni
e venderne al minuto la carne al prezzo fissato dalle mete. Alla
stesura del documento, che riguardava materie di competenza speciale
dei giurati, non concorsero né il Pretore, né i Giudici.

Fonte comunicato: Comune di Palermo

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