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Al Vinitaly qualità e tutela sono le parole d’ordine

VERONA (ITALPRESS) – Seconda giornata di Vinitaly nella sua Special Edition, con un occhio ai mercati internazionali ma anche a quello interno, oggi sorprendente. In questo settore si assiste a una rivoluzione rosa: le donne sono produttrici e manager nel settore vinicolo, ma soprattutto nel 2021 le wine lovers hanno superato gli uomini passando, secondo l’Unione Italiana Vini, dal 49% al 55%. La donna con consapevolezza partecipa alle degustazioni, compra il vino, ma beve con moderazione. Particolare che dovrebbe spingere il governo a ricordare all’Europa, ma anche all’OMS, che questo stile di consumo italiano moderato è corretto, insomma, un invito all’educazione del bere. Tra i vini più apprezzati c’è l’Amarone della Valpolicella, vino di grande struttura, ma fresco, apprezzato negli stand anche dal Presidente del Veneto Luca Zaia, al Vinitaly in questa seconda giornata per dovere istituzionale, ma anche in qualità di esperto ed estimatore.


“L’amarone – ha ricordato Zaia – è uno dei vini che puntualmente arriva tra i primi 5-6 rossi al mondo. Un grazie ai produttori dell’Amarone”.
Qualità è la parola d’ordine che aleggia da uno stand all’altro, da un convegno all’altro. Tutela è l’altra. E allora è impossibile non fermarsi in quella che è stata definita la stanza degli orrori. Sono vini tarocchi scovati da Coldiretti in diversi continenti, che portano un nome somigliante ai blasonati vini italiani, ma sono solo delle furbe imitazioni. L’esempio di come la mancata tutela della denominazione possa creare danni in ogni direzione. E il “prosek” croato, con questo italian sounding, è l’ultima crociata lanciata a livello europeo.
Vinitaly Special edition ha registrato anche oggi un grande afflusso di visitatori. Solo addetti ai lavori, in questa edizione che fa da traino a quella di aprile – già sold-out – per dare la possibilità ai produttori di incontrare buyers internazionali, ma aprirsi anche al nostro mercato, tutto da rivalutare.
L’entusiasmo tra i produttori è palpabile. C’è chi la rinascita l’ha già toccata con un fatturato che supera quello del 2019, chi è felice di poter comunicare la novità dopo due anni di “silenzio”.
Ciononostante il mercato del vino italiano è ripartito, con l’export che ha superato in molti mercati i valori del 2019 e che, in base ai dati elaborati dall’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor sui primi otto mesi del 2021, registrano una crescita in cinque dei principali mercati di destinazione (Cina +49,2%, Regno Unito +4,3%, Canada +13%, Giappone +1,5%, Russia +13%).
Come affrontare invece la concorrenza? Tre consigli ai produttori arrivano da Mario Bruni, responsabile delle rete domestica di SACE che si occupa di finanziamenti alle aziende, anche nell’export.
“Il primo è quello di affidarsi all’innovazione, che è fondamentale. Come si è visto anche durante la pandemia, ci sono un’infinità di nuovi canali per la vendita. Il secondo – ha aggiunto Bruni – è l’integrazione della filiera: dobbiamo essere più forti perché la competizione non è in Italia, non è nemmeno in Europa, ma nel mondo. I nostri prodotti devono confrontarsi con prodotti di altri produttori in giro per il mondo che producono anche altri spirits. Il terzo è l’export e qui entra in scena Sace, nel sostenere le aziende nel loro percorso di internazionalizzazione”.


Negli spazi di Veronafiere, con buyers selezionati provenienti dall’Italia e dall’estero, sta andando in scena anche un’edizione ‘smart’ di Sol&Agrifood Rassegna dell’Agroalimentare di Qualità. Il salone è in calendario a Verona dal 10 al 13 aprile 2022. E questa scelta ribadisce che il nostro Paese coralmente deve continuare a crescere sulle ali delle sue ricchezze: vino, olio e prelibatezze di ogni genere, assieme al turismo, non a caso sempre più un’esperienza per gli occhi e per il palato.

Redazione

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