Aggressione alla Polizia di Licata. La solidarietà di Eugenio Di Francesco, vicepresidente del coordinamento regionale “Rete per la Legalità”
Solidarietà e sostegno agli uomini della Polizia di Stato del Commissariato di Licata giunge dal vicepresidente del Coordinamento regionale “Rete per la Legalità“, Eugenio Di Francesco, per la vile aggressione subita durante un controllo del territorio per contrastare i furti nelle campagne del territorio di Licata.
«La mancanza di rispetto verso chi rappresenta lo Stato, con atteggiamenti volti alla violenza fisica e verbale – afferma Di Francesco – evidenzia il crescere di una micro e macro criminalità che tende a destabilizzare la quiete di una comunità che ha voglia di riscatto e che non vuole scendere a patti con la politica del compromesso e del ricatto. Politica portata avanti da giovani e meno giovani che, con spavalderia, sfidano e offendono uomini e donne dello Stato che svolgono il proprio dovere di difendere la libertà e la giustizia di ogni cittadino».
Tutto questo accade a distanza di pochi giorni dalla manifestazione antimafia e racket svoltasi il 19 maggio scorso che ha visto la presenza di centinaia di studenti del Liceo Classico “Linares”.
«Giovani che hanno dimostrato maturità, senso di responsabilità e di rispetto verso chi ha immolato la propria vita per dare segnali di speranza. Per questo non si può assistere e tacere dinanzi a situazioni che offendono e denigrano il lavoro quotidiano delle nostre Forze di Polizia. Invito, quindi, la Città di Licata ad alzare la testa, a trovare la forza e il coraggio di denunciare».
Allo scopo di rendere più facile quest’ultimo compito, l’associazione Antiracket e Antiusura “Rete per la legalità” ha messo a disposizione una buca per le lettere anonime che possa invogliare a fare un passo per nulla semplice.
«Nel ricordare a tutti l’importanza di rimanere uniti – conclude il vicepresidente del Coordinamento regionale “Rete per la Legalità -, ribadisco la mia solidarietà e vicinanza alla Questura di Agrigento nella persona del Questore, la dott.ssa Maria Rosa Iraci, grazie alla quale il concetto di legalità profuma veramente di libertà».