Nei giorni scorsi una rappresentanza del comitato regionale per l’istituzione delle zone franche montane in Sicilia ha incontrato il presidente della Regione, Nello Musumeci. Al tavolo è intervenuto anche Gaetano Armao, assessore regionale al Bilancio.
Nel corso dell’incontro è stata ribadita l’importanza che ha la definizione dell’iter parlamentare per le Terre alte di Sicilia.
A Roma attendono da mesi una comunicazione da “parte degli organi di governo della Regione Siciliana che accetti la formulazione che gli Uffici della Ragioneria generale dello Stato hanno delineato, interpretando le aspettative dell’organo parlamentare (Commissione VI, n.d.r.) e del rappresentante del governo delegato a seguire la materia (Sottosegretaria al MEF, on.le Sartore, n.d.r.)”.
Ovvero, accettare che la copertura degli oneri finanziari si deve fondare “sulle risorse preordinate dell’accordo Stato-Regione”, quindi dovrà essere su base regionale e non statale, per mettere la norma al riparo dalla Giustizia della concorrenza.
Questa mattina l’esecutivo del comitato regionale ha formalizzato al presidente della Regione la richiesta di dare una risposta alla Commissione Finanze e Tesoro al fine di sbloccare l’iter parlamentare che sta segnando il passo immotivatamente da troppo tempo.
«La Giunta regionale destini 20 milioni di euro, dei 100 destinati alla Sicilia per compensare gli svantaggi strutturali derivanti dalla condizione di insularità. Queste risorse sono state inserite di fatto nella Legge di stabilità dello Stato per finanziare la fase di start up della Legge e le Terre alte di Sicilia vivono lo svantaggio della doppia insularità. Non ci sono impedimenti, fino ad oggi è mancata la volontà politica e continuare a tergiversare risulta essere incomprensibile». Lo dichiarano Vincenzo Lapunzina, presidente dell’associazione zfm Sicilia e Filippo Ricciardi, sindaco di Limina, che coordinano il Comitato regionale.
«Al presidente Musumeci e alla Giunta di Governo abbiamo ribadito che c’è una soluzione per uscire dal cul de sac in cui qualcuno ha voluto portare la questione. Tuttavia, rimaniamo fiduciosi che in occasione dell’assestamento di bilancio il Governo regionale farà proprie le nostre legittime richieste. Ogni altra scelta risulterebbe incomprensibile e contraria agli interessi di tutti i siciliani». Concludono Lapunzina e Ricciardi.
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