Cronaca

Zone Franche Montane, il comitato promotore in presidio permanente

Le terre alte di Sicilia, e cioè i comuni che si trovano al di sopra dei 500 metri sopra il livello del mare e con una popolazione inferire ai 15 mila abitanti, aspettano da oltre 2065 giorni la piena attuazione della fiscalità di sviluppo e quindi che le disposizioni concernenti l’istituzione delle zone franche montane in Sicilia si attuino e quindi diventi legge. 

Il comitato regionale promotore della legge ha così deciso di dare via ad uno sciopero permanente, un sit in ad Irosa (nei pressi dello svincolo autostradale dell’A19), fino a quando i due rami del Parlamento nazionale non esiteranno quanto approvato all’unanimità dal Parlamento siciliano. Il sit in partirà da oggi 11 dicembre 2020, dalle ore 11.30, ad oltranza, unico riparo sarà un camper.

Ricordiamo che la legge è stata approvata all’Ars il 17 dicembre del 2019 e che data la mancanza di norme attuative finanziarie in questa Regione, che è a statuto speciale e che quindi dovrebbe potere legiferare, il disegno di legge deve necessariamente fare un passaggio tra Senato e Camera. La legge è attualmente ferma in Senato, mentre qui i paesi montani hanno subito l’ennesim colpo di grazia a causa della pandemia. 

I 132 comuni interessati sono attraversati da un inesorabile fenomeno di desertificazione imprenditoriale e umana e i pochi che resistono sono sfiduciati, la marginalità data dall’altezza in cui si trovano, le strade malmesse per raggiungerli, i giovani che sempre più massicciamente abbandonano i loro paesi di origine,  tutto questo concorre a restituire un quadro desolante per chi ha deciso di rimanere e di investire su quelle terre. 

«È un momento particolarmente drammatico per i comuni montani di Sicilia – dicono dal comitato – abbiamo deciso di scendere per strada perché non si può più aspettare, l’iter burocratico è troppo lungo e la politica è disinteressata ma qui le bollette e le tasse continuano ad arrivare puntuali. Defiscalizzare gli imprenditori resilienti in questi luoghi dimenticati equivale a fare sentire la presenza di uno Stato fino ad ora assente o solo richiedente di tasse e tributi».
«La nostra è una battaglia di civiltà – continuano – il progetto delle zone franche montane siciliane è una dimostrazione di politica al servizio delle comunità. Le si rendano operative poiché non Ci sono impedimenti».

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Redazione

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